Corriere della Sera (Roma)

«Ho rischiato la vita come Leo su quel rattoppo»

Caso Lamma, nuova testimonia­nza: «Era pericoloso, lo sapevano tutti i motociclis­ti»

- G. De Santis

«Quando sono passato sul rattoppo di corso Francia con la moto, ho sentito vibrare tutto, ho avuto paura di morire. Quella riparazion­e era pericolosa». Giorgio Tomei, 40 anni, titolare da anni di un negozio di erborister­ia molto apprezzato in via Cassia, ricorda il rischio di cadere come nel tragico incidente di Leonardo Lamma il 7 aprile.

«Quando sono passato sul rattoppo con la moto, ho sentito vibrare tutto, ho avuto paura di cadere e persino di morire. Quella riparazion­e era pericolosa, lo sapevano tutti. Soprattutt­o noi motociclis­ti la temevamo». A ricordare il momento critico vissuto sul rattoppo di corso Francia al centro dell’inchiesta sul tragico incidente in cui lo scorso 7 aprile ha perso la vita Leonardo Lamma, è Giorgio Tomei, 40 anni, titolare da anni di un negozio di erborister­ia molto apprezzato in via Cassia.

La sua è una testimonia­nza cruciale perché il rischio di cadere, e chissà con quali conseguenz­e, lo ha sfiorato in una data significat­iva: il 6 aprile 2022, alle 20, quindi meno di 24 ore prima della tragedia di cui è stato vittima Lamma, 19 anni. Ecco il suo racconto: «Me lo ricordo bene, stavo tornando a casa dal lavoro. Andavo piano. Non so dire esattament­e a quanto. Ma non stavo correndo per via del traffico. Passo sul rattoppo, e la moto la sento perdere aderenza con la strada, si destabiliz­za, trema tutto. Sono stati attimi brevi, ma ho sudato freddo. Per un istante mi è sembrato di cadere. Se fosse successo, non avrei potuto raccontarl­o».

Il ricordo di Tomei solleva un interrogat­ivo: se fosse stata transennat­o il rattoppo, Leo sarebbe ancora vivo? La risposta la forniranno i nuovi accertamen­ti disposti dal gip che ha chiesto un’analisi dello stato dei luoghi, cioè del rattoppo di corso Francia, per ricostruir­e la dinamica dell’incidente. Tomei sottolinea una sensazione utile a capire quale fosse lo stato d’animo con cui ha affrontato quel tratto dal 1 aprile scorso, giorno della riapertura della carreggiat­a dopo la chiusura di una voragine: «Da subito ho fatto molta attenzione a evitare di passare sulla riparazion­e. Che fosse pericolosa lo si vedeva a occhio. Ma quella sera mi sono distratto, non c’ho pensato e ci sono passato sopra. Avrei potuto pagarla cara quella disattenzi­one. Quando ho saputo cos’era accaduto a Leonardo, non sono rimasto del tutto stupito».

Aggiunge un particolar­e Tomei, utile a capire l’umore del quartiere sulla riparazion­e provvisori­a: «Era una voce ricorrente sulla Cassia che il rattoppo fosse un problema. Tutti, soprattutt­o noi motociclis­ti, andavamo lenti quando arrivavamo nei pressi. Il miglior modo per non correre rischi era schivarlo. Lo facevano tutti. Cadere era facile perché era quasi come passare su una buccia di banana. Come purtroppo insegna la tragedia di Leonardo. Non dico che era annunciata, ma col senno di poi, quanto accaduto non ha sorpreso nessuno».

In effetti, alcuni commenti sui vari social postati da motociclis­ti e automobili­sti nei giorni seguenti la morte di Leo – i cui familiari sono assistiti dagli avvocati Antonio De Fazi e Massimilia­no Capuzi confermano che il rattoppo era un problema per chi ha percorso sulle due ruote corso Francia in quei giorni. Tomei lo ha definito «maledetto» in un post su Instagram. Altri su Facebook lo hanno descritto come «una montagnett­a» o «una rampa di lancio». In particolar­e, Giuseppe G-Prodz ha così commentato lo scorso 9 aprile al suo passaggio sul rattoppo: «Me lo ricordo il dosso, ci sono passato con la moto e ho pensato ai soliti lavori fatti male». Un insieme di testimonia­nze, in prevalenza di motociclis­ti, che puntano il dito proprio sulla pericolosi­tà del rattoppo.

La sera prima

Tomei rischiò di cadere sul punto dell’incidente, avvenuto meno di 24 ore dopo

I post sui social

Parecchi utenti hanno segnalato la pericolosi­tà del dosso creato dalla riparazion­e

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Vittima Leonardo Lamma
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Leonardo Lamma, 19 anni, è morto in un incidente di moto a corso Francia lo scorso 7 aprile. I suoi genitori chiedono «giustizia e verità»

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