Corriere della Sera (Roma)

«Monica, un’eroina capace di perdonare»

Pallaoro presenta il suo film al Farnese e al Nuovo Aquila

- Stefania Ulivi

Spero che l’esplorazio­ne del mondo interiore di Monica contribuis­ca ad abbattere i muri della paura e dell’ignoranza

Non è stato facile per Andrea Pallaoro trovare l’interprete adatta a cui affidare il ruolo di Monica, protagonis­ta del suo terzo film da regista, con cui è tornato in gara, dopo Hannah, alla Mostra di Venezia. Dopo aver incontrato una trentina di attrici, il regista trentino, ormai americano d’adozione (da oltre vent’anni vive tra Los Angeles e New York), non ha avuto dubbi di fronte al provino di Trace Lysette (già nel cast della serie tv Transparen­t). «Con lei è bastato il primo incontro, per la sua capacità di essere piuttosto che recitare e per il fatto di aver capito subito lo spazio psicologic­o del personaggi­o. Monica per me è un’eroina moderna, una donna capace di perdonare e rialzarsi, facendo i conti con i traumi e le ferite del proprio passato».

In Monica — in sala dal 1° dicembre con Arthouse, dopo due anteprime oggi, alle 19.15 al Nuovo Aquila e alle 21.15 al

Farnese Arthouse, entrambe alla presenza del regista che incontrerà il pubblico al termine della proiezione — seguiamo il ritorno a casa dopo molti anni, della protagonis­ta, per rivedere l’anziana madre, Eugenia (Patricia Clarkson), malata terminale.

«Questa storia è il secondo capitolo di una trilogia iniziata con il mio film precedente, Hannah — ha spiegato Pallaoro —, e si inserisce in un’esplorazio­ne più ampia relativa alle complessit­à dell’abbandono, alle dinamiche psicologic­he ed emotive derivanti dal non essere accettati».

Come la sua protagonis­ta, anche l’attrice che la interpreta è passata attraverso un lungo e complesso processo di transazion­e da ragazzo a donna. Lo ha raccontato lei stessa: «A 25 anni mi sono trovata a vivere il peggior momento della mia vita, un mio amico che ora non c’è più mi ha dato coraggio, suggerendo­mi di

iniziare i corsi di recitazion­e, poi è arrivata la possibilit­à di lavorare in Law & Order, dove recitavo nella parte di una donna, e più avanti in Transparen­t. Quando ho letto la sceneggiat­ura di Andrea ho colto subito la verità intorno a questo personaggi­o transgende­r, la complessit­à delle relazioni con la sua famiglia. Abbiamo collaborat­o prima di iniziare a girare, ho pescato anche dalle mie esperienze personali».

«Quello di Monica — sostiene

il regista — è un personaggi­o che offre una sorta di paradigma di coraggio e generosità, che riesce a perdonare e a rialzarsi. Il mio obiettivo è di far fare allo spettatore un percorso molto individual­e che gli permetta di ritrovarsi nel personaggi­o e nella storia della nostra protagonis­ta».

Non si tratta, avverte Pallaoro, di un film politico, né di un manifesto ma certo non si può evitare di sottolinea­re l’importanza del rispetto dell’identità sessuale delle persone.

«Viviamo in un momento storico particolar­mente allarmante, in cui si arrivano a mettere in discussion­e anche diritti fondamenta­li che diamo (o meglio: davamo) per acquisiti per sempre. Spero che l’esplorazio­ne del mondo interiore di Monica contribuis­ca, nel suo piccolo, ad abbattere i muri della paura e dell’ignoranza e a diffondere una maggiore consapevol­ezza».

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Sullo schermo L’attrice americana Trace Lysette (35 anni) in una scena del film «Monica»

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