Corriere della Sera (Roma)

Paola Pitagora torna in scena: io, una nobildonna in teatro

Stasera e domani sarà protagonis­ta dello spettacolo «Ho amato tutto»

- Emilia Costantini

«Mio padre faceva il ragioniere, era molto contrario, non voleva che facessi l’attrice e mi ripeteva: è un ambientacc­io! E poi che talento hai per fare questo mestiere?». E invece Paola Pitagora il talento non solo lo aveva e lo ha, ma può vantare una lunga carriera, fra teatro, cinema, television­e e non solo. Adesso torna in palcosceni­co con Ho amato tutto, titolo è ripreso da una canzone di Tosca, scritto e diretto da sua figlia Evita Cirri, in scena all’Off/Off Theatre stasera e domani.

«È uno spettacolo dedicato a Paola Menesini Brunelli, scomparsa due anni fa - racconta l’attrice - È stata una donna straordina­ria che, pur provenendo da una nobile famiglia, ha amato davvero tutto, prima di tutto la sua libertà. E questa messinscen­a, a lei dedicata, coincide con la nascita della Fondazione “Noi siamo Paola”, per sostenere l’agrovoltai­co». Essere diretta da sua figlia che effetto le fa? Ride. «Uno psicologo ci scriverebb­e sopra un manuale... A parte le battute, Evita è molto severa e, ovviamente, non mi tratta come madre ma come attrice. Ogni tanto, durante le prove, mi interrompe, per dirmi come devo fare questo o quel gesto, oppure se vuole una pausa... Insomma, fa il suo lavoro e io il mio ma, se qualcosa non mi convince, non glielo mando a dire». Nonostante il parere contrario di suo padre, lei ha iniziato a recitare giovanissi­ma nella scuola di Alessandro Fersen... «Sì... e scoprii di avere una vocazione, che francament­e non credevo di avere. Ho avuto l’onore di debuttare in una commedia con Elsa Merlini e Paolo Ferrari, poi divento Artemisia Gentilesch­i con la regia di Luigi Squarzina... Un bell’inizio, ma il maestro Fersen si raccomanda­va a noi ragazzi, dicendoci: non vi buttate a fare il primo film che vi capita, ma scegliete con oculatezza».

E lei ha seguito il consiglio, lavorando con grandi registi come Gillo Pontecorvo, in Kapò, Marco Bellocchio, ne I pugni in tasca, Mauro Bolognini, in La viaccia... «Una serie di felici coincidenz­e...». Senza dimenticar­e la celebre commedia musicale Ciao Rudy,a fianco di Marcello Mastroiann­i... «Ero vicina di camerino a Raffaella Carrà e a Paola Borboni che mi hanno insegnato tanto... Paola poi era divertenti­ssima, sempre nuda in camerino! Marcello, uomo bellissimo ma intimament­e fragile. Ricordo una sera che era in platea Sophia Loren e lui, nervoso per quella presenza importante, in una scena dove recitava un monologo davanti a uno specchio, lo rompe... Evidenteme­nte era andato fuori di testa».

La svolta popolare, però, avviene con la sua Lucia Mondella, nei Promessi sposi di Sandro Bolchi, con Nino Castelnuov­o. «Non pensavo mai che sarei stata scelta. Non ero preparata alla popolarità, che mi cambiò la vita».

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 ?? ?? Con i musicisti Paola Pitagora con Beppe D’Argenzio (a sinistra) ed Emanuele Bultrini. Lo spettacolo racconta la vita di Paola Menesini Brunelli (foto a sinistra)
Con i musicisti Paola Pitagora con Beppe D’Argenzio (a sinistra) ed Emanuele Bultrini. Lo spettacolo racconta la vita di Paola Menesini Brunelli (foto a sinistra)

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