Expo 2030, sfida da 50 miliardi: il governo si muove
Gualtieri e Massolo al Bie. Tajani: sì a Roma
A dare la cifra di quanto valga la candidatura di Roma a Expo 2030 è l’ambasciatore-Giampiero Massolo, presidente del comitato promotore, intervenuto ieri all’assemblea del Bie, a Parigi, assieme alla delegazione guidata dal sindaco, Roberto Gualtieri: «Cinquanta miliardi di euro, 3-4 punti di Pil». Un messaggio chiaro sull’importanza di fare sistema, perché per giocarsela con le altre competitor (Riad, Busan e Odessa) serve che si mobiliti tutto il governo. Da Palazzo Chigi è arrivato subito un segnale positivo con il via libera ai 2,2 miliardi per la metro C. E il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha ribadito «il pieno sostegno» di Palazzo Chigi.
Cinquanta miliardi di euro, 3-4 punti di Pil: a ribadire la straordinaria opportunità di Expo non soltanto per Roma, ma per tutto il Paese, è stato l’ambasciatore Giampiero Massolo, presidente del comitato promotore, intervenuto ieri alla terza assemblea del Bie (Bureau International des Expositions) di Parigi assieme alla delegazione italiana guidata dal sindaco, Roberto Gualtieri. Il messaggio è chiaro: per giocarsela non basta l’impegno della città, anche il governo deve remare nella stessa direzione. Il primo segnale della disponibilità a fare squadra è arrivato con il via libera ai 2,2 miliardi per la metro C, dopo che il responsabile della Farnesina, Antonio Tajani, aveva espresso il suo endorsement: «Roma è pronta per Expo 2030 - il suo messaggio mentre partecipava al vertice dei ministri degli Esteri della Nato a Bucarest -, pieno sostegno da parte del governo».
A un anno dal verdetto finale che il prossimo novembre decreterà la vincitrice, si è entrati nel dettaglio del progetto «Persone e territori» ovvero il pilastro della candidatura italiana: a illustrarlo l’architetto Matteo Gatto, mentre scorrevano le immagini del video realizzato dallo Studio Ratti con la protagonista, Elisa Pasquini, 10 anni, presente in sala in rappresentanza della generazione che avrà 18 anni nel 2030. La prima ballerina del Teatro dell’Opera, Rebecca Bianchi, scelta come testimonial, ha sottolineato il ruolo di Roma come fulcro di tutte le culture e le forme d’arte. Gualtieri ha insistito sull’impatto dell’Esposizione universale «che punta a rigenerare l’area di Tor Vergata con la rinascita delle Vele dell’ex Città dello sport iniziate nel 2007 per i Mondiali di nuoto del 2009 e mai finite». Il primo cittadino ha ricordato che l’eredità di Expo sarà «una comunità a emissioni zero, un centro di ricerca, un polo commerciale e un nuovo quartiere integrato e inclusivo». Per quanto riguarda i competitor è sembrata meno convincente la presentazione di Riad (già la volta scorsa la strategia di puntare sulle donne come esempio di progressismo ed emancipazione non era piaciuta agli osservatori internazionali) mentre i sudcoreani, emozionatisi sulle note di C’era un volta il West di Ennio Morricone, hanno puntato sulla sostenibilità e gli effetti speciali ispirati alla serie tv Squid Games
incassando anche il supporto dei BTS, pop band che compete per celebrità con i Måneskin. Per Odessa il presidente ucraino Zelensky ha rimarcato le drammatiche condizioni del suo Paese, auspicando che la città ucraina possa ospitare un’Expo di pace. Ad aprile Roma dovrà superare il test più importante: la visita di cinque giorni degli ispettori del Bie che dovranno verificare sul campo le credenziali per la candidatura.
Il progetto «Rigenerare l’area di Tor Vergata con la rinascita delle Vele dell’ex Città dello sport»