I costruttori: «Caro sindaco la città è in ritardo, serve uno scatto per il Pnrr»
«I privati vorrebbero investire ma ci sono troppe incertezze»
«Siamo in ritardo rispetto ai grandi obiettivi di sviluppo della città. Ora serve uno “scatto”, da parte dell’amministrazione Gualtieri». Il presidente di Ance Roma-Acer (l’Associazione dei costruttori romani), Antonio Ciucci, lancia l’appello a non perdere altro tempo: tanto sugli investimenti pubblici che dovranno atterrare sulla Capitale - dal Giubileo (1,3 miliardi) al Pnrr (6,5 miliardi) - quanto su quelli privati, bloccati da tempi troppo lunghi e dall’incertezza sulle pratiche urbanistiche. Come, per fare qualche esempio, quelli di Cpi Property group, fondo lussemburghese interessato alla riqualificazione di Tor di Valle e dei Mercati generali, che ha individuato 19 progetti su Roma, o quelli dei gruppi interessati alla costruzione di 500 case per studenti e giovani manager a Bravetta.
Non solo. Secondo il presidente dei costruttori anche la Regione - sia pure al momento senza presidente e in amministrazione ordinaria - deve fare la sua parte. «C’è un’altra rilevante questione - dice Ciucci -. L’ultimo atto della giunta Zingaretti, collegato alla legge di bilancio, ha introdotto il trasferimento di poteri per le materie urbanistiche (quali le varianti al piano regolatore e l’attuazione dei piani urbanistici) al Campidoglio. Però ha previsto, per la sua operatività, la necessità della stipula di una convenzione tra Regione e Comune. Che cosa aspettiamo a farla? È attività ordinaria, si può stipulare subito. A febbraio ci sono le elezioni e non vorremmo che con il cambio di amministrazione alla Pisana la necessaria convenzione subisse ancora dei ritardi rendendo di fatto nulla la norma di Nicola Zingaretti».
Nel suo ufficio, in via di Villa Patrizi, Ciucci non nasconde le sue preoccupazioni: oltre al rischio di perdere i circa 8 miliardi di investimenti pubblici già menzionati - fra Giubileo e Pnrr - si aggiunge quello di non vedere arrivare i (notevoli) fondi dei privati: «Roma in questo momento è innegabilmente attrattiva per gli investitori stranieri - spiega il presidente dei costruttori - e molto più conveniente rispetto ad altre grandi capitali europee. C’è la fila dal mondo, ma nessuno investirebbe i propri capitali qui senza sapere che cosa può fare, e soprattutto in che tempi».
Per Ciucci, infatti, i tempi delle lunghe attese per una pratica e delle incertezze amministrative devono finire per far arrivare l’epoca della efficienza e della rapidità, con attenzione allo sviluppo prossimo futuro della città. Perché è ora anche di intervenire anche sul piano regolatore. «Scontiamo un piano con norme tecniche superate - aggiunge - che deve essere aggiornato e che deve ancora recepire strumenti normativi nazionali vigenti, come il Testo unico dell’edilizia (Dpr 380). Un processo che va fatto velocemente: come chiesto a marzo scorso dalla stessa assemblea
Attrattività
C’è la fila dal mondo, ma nessuno investirebbe qui senza sapere che cosa può fare e in che tempi
Riqualificazione Molti edifici potrebbero essere recuperati. Come? Demolendoli e poi ricostruendoli
capitolina con una mozione (la numero 54). Per rivedere il piano regolatore è stata costituita un’apposita commissione: ma nelle more di una più complessiva attualizzazione, mentre la commissione lavora, interveniamo subito sulle norme tecniche attuative rendendole efficaci e compatibili con il dettato normativo nazionale».
E dove agire? Secondo Ciucci la risposta è quella più volte ripetuta: «Nella città costruita. Molti edifici potrebbero essere recuperati, senza ulteriore consumo di suolo, con un cambio di destinazione d’uso o consentendone la demolizione e la ricostruzione per dar seguito ai tanti e ambiziosi progetti di rigenerazione urbana, ripensando magari gli spazi a seconda della loro funzionalità».