Influenza, fra i bimbi casi raddoppiati
Il picco atteso tra 2-3 settimane, studi e pronto soccorso affollati
Febbre alta per giorni, tosse e a volte anche nausea e vomito: l’influenza pediatrica quest’anno colpisce duro. I casi sono raddoppiati rispetto allo scorso autunno-inverno, il picco è atteso fra 2-3 settimane. Alberto Villani, direttore Emergenza e accettazione del Bambino Gesù: «I piccoli vanno vaccinati».
I sintomi
Arrivata con largo anticipo, ora fa registrare un aumento notevole dei casi, svuota intere classi e riempie studi pediatrici e pronto soccorso. Il virus dell’influenza stagionale, comparando le rilevazioni «Influnet» della 46sima e della 47sima settimana, al 25 novembre e al 2 dicembre, ha infatti raddoppiato l’incidenza nel Lazio, passando - dal 15.83 ogni mille abitanti (147 casi accertati) nella fascia 0-4 anni e dal 9.47 (con 242 malati) per quella 5-14 - a numeri ben più elevati: tra i più piccoli è arrivata rispettivamente a 26.59 (con 256 casi), mentre tra i più grandicelli a 15.26 (con 397 contagiati).
«Quest’anno l’influenza è arrivata in anticipo, l’abbiamo isolata in alcuni pazienti già ad agosto, e con una forma più impegnativa, ma ce lo aspettavamo»: racconta Alberto Villani, direttore del dipartimento Emergenza e accettazione e pediatria generale del Bambino Gesù. «Nelle ultime due settimane gli accessi al pronto soccorso di Palidoro e del Gianicolo sono aumentati molto: dai 250 di media nella metà di novembre, ai 400 attuali - prosegue il primario dell’ospedale del Vaticano - e la situazione peggiorerà ancora. Il picco è atteso fra due-tre settimane».
Stesse considerazioni per quanto riguarda gli ambulatori pediatrici. «Gli studi da due settimane sono sovraffollati - concorda Teresa Rongai, segretario provinciale Fimp (Federazione italiana medici pediatri) di Roma -. Molti genitori sono spaventati dai sintomi: la febbre è alta, raggiunge anche i 39-40 e dura per diversi giorni. I bimbi hanno tanta tosse e in molti casi anche vomito e nausea. In alcuni insorgono complicanze, con bronchiti e polmoniti».
La forte ondata di influenzati quest’anno può in qualche modo essere dovuta a un calo delle vaccinazioni in età pediatrica? «Tra 6 mesi e 6 anni al momento se ne contano 25-26mila. Più che altro prosegue Rongai - non riusciamo a vaccinare perché tanti bimbi sono malati». Su questo punto continua a insistere Villani: «La vaccinazione è sicura e fortemente consigliata dopo i 6 anni ed è importante tanto quanto dopo i 65 anni, per prevenire forme gravi e quindi evitare di ingolfare i pronto soccorso - spiega -. Nei più piccoli, tra zero e 6 mesi, quando cioè il vaccino non può essere somministrato è importante proteggere fratellini, genitori e chiunque abbia contatti con i piccoli, perché forme virali importanti possono portare disidratazione e non di rado necessità di ricorrere a cure intensive».
La febbre alta raggiunge anche i 39-40 gradi e dura per diversi giorni con tanta tosse e in molti casi anche vomito e nausea