«Il Pos? Giusto darci la facoltà di rifiutarlo»
La Fipe: ormai però è diventata un’abitudine Il 3570: la battaglia del governo deve essere sulle percentuali per gli istituti di credito
I romani potranno continuare a pagare il caffè o il taxi con la carta di credito. Almeno a sentire i rappresentanti dei baristi e dei tassisti. Il pagamento elettronico è, infatti, entrato nell’uso quotidiano degli abitanti della capitale, in particolare dei giovani, mentre il vero problema per i commercianti non è l’importo della consumazione o della corsa, ma le alte commissioni richieste dalle banche. Dice Loreno Bittarelli, presidente della cooperativa di tassisti 3570: «Le commissioni bancarie sono una delle criticità: la vera battaglia che va fatta dal governo è questa, perché ci sono circuiti che applicano fino al 4 per cento».
I romani potranno continuare a pagare il caffè o il taxi con la carta di credito. Almeno a sentire i rappresentanti dei bar e dei tassisti. Il pagamento elettronico è, infatti, entrato nell’uso quotidiano degli abitanti della capitale, in particolare dei giovani, mentre il vero problema per i commercianti non è l’importo della consumazione o della corsa, ma le alte commissioni richieste dalle banche. Bancomat anche per piccole o piccolissime spese? «Penso sia giusto che ci sia libertà di scelta nel nodo di pagare spiega il presidente della Fipe Confcommercio Sergio Paolantoni -. Ormai la carta di credito è diventata un’abitudine a Roma: nei nostri bar all’università l’80% dei pagamenti avviene in questo modo, ed è usata soprattutto dai giovani».
Addio, dunque, al contante come avviene nelle grandi capitali europee, soprattutto del nord? Non tutti la pensano così : «Come sempre l’esercente continuerà a prenderla per dare il servizio al cliente afferma il presidente della Fiepet Confesercenti Claudio Pica - ma in certi casi, come una lunga fila alla cassa, potrebbe essere giustificato a non accettarla». Il motivo? «Con il passaggio attraverso il Pos si perdono dai 30 ai 40 secondi in più: certe carte chiedono il pin anche per il caffè, poi può arrivare la transaziotà, ne negata e quindi si perde tempo. Inoltre la maggior parte dei nostri iscritti si lamenta degli alti costi: per questo tipo di pagamento a volte devono mettere un cassiere in più, e vi sono le alte commissioni. Comunque le transazioni con il Pos crescono di mese in mese».
Stefano Di Niola, segretario della Cna di Roma, ritiene che «è sacrosanta sia la libera scelta del cliente nel pagare, sia quella del gestore nell’accettare. Con meno contante, però, ci sono meno rischi: alla fine della giornata non ci sono le “mazzette” di banconote da portare in banca. Comunque non vedo il pagamento elettronico così diffuso per un caffè, e se è molto giusto usare gli strumenti elettronici, bisogna assolutamente ridurre le commissioni bancarie per farli accettare più facilmente dai negozianti».
Chi lo ritiene vantaggioso, proprio per la maggiore sicurezza nel non avere troppi contanti con sé, è Loreno Bittarelli, presidente della cooperativa taxi 3570: «Ormai i nostri clienti pagano molto con il bancomat: siamo contenti perché c’è più tranquillisoprattutto per chi fa il turno di notte, nel non avere i soldi con sé». Racconta che la coop «da più di 10 anni accetta le carte di credito e tutto il network continuerà ad accettarle. Chi non lo fa, può essere perfino sanzionato dalla cooperativa. Ma le commissioni bancarie sono una delle criticità: la vera battaglia che va fatta dal governo è questa, perché ci sono circuiti che applicano fino al 4 per cento». «Tutti i nostri taxi sono muniti di Pos e lo terremo - aggiunge Maura Tirillò, amministratore del 6645 - ma i conducenti sono liberi di non accettare se la corsa non è stata presa via radio. Il governo dovrebbe intervenire sulle commissioni, è un momento di crisi profonda». Infine per il presidente della Confartigianato Andrea Rotondo «l’utilizzo della moneta elettronica non deve essere imposto per legge, ma deve essere una normale prassi commerciale».