Molesta una ragazza, studente condannato a 16 mesi di carcere
In una sera d’estate, a passeggio per le vie di Trastevere con un amico, ha notato una ragazza, mai vista prima, le si è avvicinato e le ha toccato il seno. Gesto per cui Salvatore Di Somma, 24 anni, studente universitario, è stato condannato dai giudici della quinta sezione penale con l’accusa di violenza sessuale. Il Tribunale, dopo 45 minuti di camera di consiglio, ha accolto la richiesta del pm Barbara Trotta. La vittima è una 22enne, rimasta segnata dall’aggressione come è emerso durante la deposizione in aula, dove ha avuto difficoltà a ripercorrere la sera del 22 agosto del 2020. Il 24enne a sua volta si è difeso sostenendo che si è trattato di un malinteso, perché si sarebbe limitato a invitare la ragazza a bere un cocktail.
Ma adesso un salto a quella notte di tre anni fa. È passata la mezzanotte. Due ventenni passeggiano in vicolo del Cinque, nel cuore di Trastevere, provando a buttarsi alle spalle i duri mesi del lockdown. Ancora il Paese è in emergenza. Discoteche e locali sono chiusi. Laddove ci sono assembramenti, bisogna indossare la mascherina. Le due giovani si stanno riavviando verso la macchina quando, d’un tratto, uno sconosciuto avvicina una delle due. Non dice come si chiama. Non chiede il nome alle due ragazze. Non proferisce parola. Fa - secondo l’accusa - solo un gesto: allunga la mano e tocca il seno di una delle due amiche. La ragazza molestata impallidisce. L’altra la scuote per ridestarla dallo choc. Di Somma fugge via, insieme all’amico.
A qualche metro di distanza, tuttavia, c’è un presidio dei carabinieri: è lì per controllare il rispetto delle misure anti Covid. L’amica della giovane aggredita ne chiede l’intervento. Il 24enne viene fermato. Ne nasce un’accesa discussione. La vittima assistita dall’avvocato Francesca Guerriero racconta cosa le è successo e indica con chiarezza Di Somma come il responsabile dell’abuso. Il ragazzo, quella sera venuto da Napoli a Roma per un compleanno, protesta, dice che non è vero. Sostiene che è frutto di un malinteso. Lui - difeso dall’avvocato Domenico Di Donato - si sarebbe limitato a chiedere alle due amiche di andare a bere un cocktail e una delle due avrebbe reagito in modo scomposto. Persino offendendolo con delle parolacce. Versione che, almeno secondo il Tribunale non è stata supportata da alcun riscontro.