GLI OLEANDRI DI VIA DE CAROLIS UN RICORDO DI RENATO NICOLINI
Mi chiedo chi è stato il genio che ha fatto tale scelta.
Caro Conti, mi capita spesso di passare per via Ugo de Carolis, zona Balduina, recentemente ho notato che al posto degli oleandri che ornavano i marciapiedi e che stavano gemmando erano stati piantati dei ligustri le cui bacche sono notoriamente velenose per cani e gatti , oltre che sporcare i marciapiedi, i vestiti e le suole delle scarpe dei malcapitati che si trovano a passare. Sorgono spontanee alcune domande: che fine hanno fatto gli oleandri? Perché espiantare piante sane per sostituirle con arbusti poco idonei ad ornare un passaggio come un marciapiede? Con che criterio, e chi, ha deciso di investire denaro pubblico in tale impresa? Forse l’assessore all’Ambiente Sabrina Alfonsi non ne è al corrente Sarebbe opportuno chiarire.
Patrizia Alberti
Caro Conti quello che resta dopo la strage degli oleandri sani di via de Carolis, è la rabbia per l’indifferenza dell’assessorato all’Ambiente per i cittadini che chiedono spiegazioni. Al posto dei bellissimi oleandri hanno piantato ligustri che dopo la fioritura con le loro nere bacche velenose macchieranno come inchiostro gli abiti di chi passerà sotto di loro, le auto in sosta e i marciapiedi.
Nel 1976 Renato Nicolini con l’assessorato alla Cultura, nella giunta Argan, ebbe anche le deleghe per il Turismo e per i Giardini (così definiti allora). Fu il primo a rendere di nuovo visibile il belvedere del Gianicolo e dispose il ripristino di tante alberature stradali condividendo con l’allora eccellente Servizio Giardini l’amore per gli oleandri e i loro colori. Arrivarono anche nel mio quartiere, Monteverde, e anni dopo ci ritrovammo a chiacchierare sulla bellezza dei loro fiori bianchi e rossi. Altri tempi, altre culture (Nicolini urbanista, ben consapevole del valore estetico dell’arredo urbano). Ormai da anni tutte le ditte private vincitrici di appalti ossessivamente impongono gli incolori ligustri. Sull’abbattimento degli oleandri di via De Carolis abbiamo pubblicato innumerevoli lettere prive di ogni risposta. C’è da escludere che siano stati segati per il timore di crolli sulle auto. Oggi dilaga la tesi delle piante a fine vita (se così fosse per tutti gli alberi non esisterebbero le ville storiche). Purtroppo dobbiamo archiviare quei multicolori oleandri tra i ricordi di una Roma elegante che non esiste più.