Capolavori Borghese trasferiti (per tre mesi) a Palazzo Barberini
Lavori in corso in Galleria: Tiziano e Raffaello si spostano
La Galleria Borghese chiude il secondo piano espositivo per tre mesi, dovendo effettuare importanti lavori (in gran parte con fondi del Pnrr) di efficientamento energetico, con nuovi infissi, nuove tappezzerie, nuovi apparati didascalici... Ma il Museo non si «ferma». Mentre il pianterreno — dove si conservano le sculture di Bernini e le tele di Caravaggio — resterà regolarmente accessibile, cinquanta opere selezionate tra quelle normalmente custodite nella Pinacoteca sono state invece trasferite, momentaneamente e per tutto il periodo del cantiere (fino al 30 giugno), visibili da oggi al pubblico, nel non lontano Palazzo Barberini, una delle sedi delle Gallerie nazionali d’Arte Antica.
Un gemellaggio tra musei «cugini», con storie che si intrecciano e che hanno origine, entrambe, nella Roma della prima metà del Seicento: la raccolta messa insieme dall’intraprendente (e spietato) collezionista Scipione Borghese Caffarelli (cardinal nepote e figlio adottivo di papa Paolo V), accolta ora nel Palazzo-reggia che fu di Maffeo Barberini, futuro papa Urbano VIII.
Per tutto il pubblico la possibilità di non rinunciare alla vista di tante meraviglie che altrimenti sarebbero state per tre mesi nelle casse, nonché l’occasione di ammirare accostamenti quasi inediti come quello tra due celeberrime donne dipinte da Raffaello, la«Fornarina» (Barberini) e la «Dama con Liocorno» (Borghese), accostate l’ultima volta nella mostra dedicata a Sanzio dalle Scuderie del Quirinale.
Le opere Borghese sono state allestite nell’Ala sud del piano nobile Barberini, nel frattempo vuotata delle opere normalmente lì esposte (Seicento napoletano, Settecento...). Il museo ne approfitterà per condurre alcuni restauri e una rinnovata campagna fotografica. Al loro posto, alcuni capisaldi della pittura, tra cui «Amor Sacro e Amor Profano», opera somma di Tiziano giovane.
Considerati inamovibili alcuni dipinti soprattutto su tavola, rimasti dunque alla Borghese (tra cui la «Pala Baglioni» di Raffaello), sono invece ospitati nelle sale di via IV Fontane tanti altri gioielli tra cui il piccolo e magnifico «Ritratto di uomo» di Antonello da Messina, la «Madonna con Bambino» di Giovanni Bellini, quella con anche il san Giovannino e angeli di Botticelli, la «Susanna e i vecchioni» di Rubens, l’«Autoritratto» di Bernini giovane, la «Venere» di Lucas Cranach, oltre a tele di Veronese, ai due Lorenzo Lotto e ad altrettanti Tiziano (oltre all’«Amore», il «Cristo flagellato» e la «Venere che benda amore»). Il senso dell’operazione è stato spiegato ieri, giorno di inaugurazione dell’iniziativa, dai due direttori dei musei — Francesca Cappelletti (Borghese) e Thomas Clement Salomon (Barberini) — e dal direttore generale del ministero della Cultura Massimo Osanna. Costo, suddiviso tra i due musei autonomi, poco meno di centomila euro. «Una cifra inferiore — è stato spiegato — a quella che sarebbe servita per casse e depositi».