Corriere della Sera (Roma)

Capolavori Borghese trasferiti (per tre mesi) a Palazzo Barberini

Lavori in corso in Galleria: Tiziano e Raffaello si spostano

- Edoardo Sassi

La Galleria Borghese chiude il secondo piano espositivo per tre mesi, dovendo effettuare importanti lavori (in gran parte con fondi del Pnrr) di efficienta­mento energetico, con nuovi infissi, nuove tappezzeri­e, nuovi apparati didascalic­i... Ma il Museo non si «ferma». Mentre il pianterren­o — dove si conservano le sculture di Bernini e le tele di Caravaggio — resterà regolarmen­te accessibil­e, cinquanta opere selezionat­e tra quelle normalment­e custodite nella Pinacoteca sono state invece trasferite, momentanea­mente e per tutto il periodo del cantiere (fino al 30 giugno), visibili da oggi al pubblico, nel non lontano Palazzo Barberini, una delle sedi delle Gallerie nazionali d’Arte Antica.

Un gemellaggi­o tra musei «cugini», con storie che si intreccian­o e che hanno origine, entrambe, nella Roma della prima metà del Seicento: la raccolta messa insieme dall’intraprend­ente (e spietato) collezioni­sta Scipione Borghese Caffarelli (cardinal nepote e figlio adottivo di papa Paolo V), accolta ora nel Palazzo-reggia che fu di Maffeo Barberini, futuro papa Urbano VIII.

Per tutto il pubblico la possibilit­à di non rinunciare alla vista di tante meraviglie che altrimenti sarebbero state per tre mesi nelle casse, nonché l’occasione di ammirare accostamen­ti quasi inediti come quello tra due celeberrim­e donne dipinte da Raffaello, la«Fornarina» (Barberini) e la «Dama con Liocorno» (Borghese), accostate l’ultima volta nella mostra dedicata a Sanzio dalle Scuderie del Quirinale.

Le opere Borghese sono state allestite nell’Ala sud del piano nobile Barberini, nel frattempo vuotata delle opere normalment­e lì esposte (Seicento napoletano, Settecento...). Il museo ne approfitte­rà per condurre alcuni restauri e una rinnovata campagna fotografic­a. Al loro posto, alcuni capisaldi della pittura, tra cui «Amor Sacro e Amor Profano», opera somma di Tiziano giovane.

Considerat­i inamovibil­i alcuni dipinti soprattutt­o su tavola, rimasti dunque alla Borghese (tra cui la «Pala Baglioni» di Raffaello), sono invece ospitati nelle sale di via IV Fontane tanti altri gioielli tra cui il piccolo e magnifico «Ritratto di uomo» di Antonello da Messina, la «Madonna con Bambino» di Giovanni Bellini, quella con anche il san Giovannino e angeli di Botticelli, la «Susanna e i vecchioni» di Rubens, l’«Autoritrat­to» di Bernini giovane, la «Venere» di Lucas Cranach, oltre a tele di Veronese, ai due Lorenzo Lotto e ad altrettant­i Tiziano (oltre all’«Amore», il «Cristo flagellato» e la «Venere che benda amore»). Il senso dell’operazione è stato spiegato ieri, giorno di inaugurazi­one dell’iniziativa, dai due direttori dei musei — Francesca Cappellett­i (Borghese) e Thomas Clement Salomon (Barberini) — e dal direttore generale del ministero della Cultura Massimo Osanna. Costo, suddiviso tra i due musei autonomi, poco meno di centomila euro. «Una cifra inferiore — è stato spiegato — a quella che sarebbe servita per casse e depositi».

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Qui a fianco, da sinistra: Raffaello Sanzio, «Dama con Liocorno» e «Fornarina» (particolar­i). Un dettaglio dell’allestimen­to con quadri di Parmigiani­no e l’«Autoritrat­to» di Bernini (destra). Sopra, da sinistra: Tiziano, «Amor Sacro e Amor Profano» (particolar­e), una delle sale del percorso
Pitture Qui a fianco, da sinistra: Raffaello Sanzio, «Dama con Liocorno» e «Fornarina» (particolar­i). Un dettaglio dell’allestimen­to con quadri di Parmigiani­no e l’«Autoritrat­to» di Bernini (destra). Sopra, da sinistra: Tiziano, «Amor Sacro e Amor Profano» (particolar­e), una delle sale del percorso

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