Corriere della Sera (Roma)

La Roma chiede a De Rossi un altro miracolo: battere il Milan

Tre pareggi e 6 sconfitte nelle ultime 9 partite

- Gianluca Piacentini

Numeri alla mano, alla Roma non poteva capitare avversario peggiore nei quarti di finale di Europa League. Certo il Liverpool e il Leverkusen sono in testa ai rispettivi campionati (i Reds insieme all’Arsenal), ma con il Milan di Pioli il bilancio dei gialloross­i è deficitari­o. Da 9 partite la Roma non riesce a superare il Milan: in questo periodo sono arrivati 3 pareggi e 6 sconfitte, comprese le 2 in campionato in questa stagione, con la seconda che è costata la panchina a Mourinho, esonerato dai Friedkin e sostituito con De Rossi.

È la serie negativa più lunga contro i rossoneri nell’ultimo mezzo secolo perché quella precedente, arrivata addirittur­a a 20 partite senza vittorie, risale agli anni ’70.

L’ultima vittoria romanista è datata 27 ottobre del 2019, sono passati quasi cinque anni ma sembrano molti di più. Sulla panchina romanista c’era Paulo Fonseca, mentre Pioli era all’esordio in rossonero contro la Roma: finì 2-1 grazie alle reti di Dzeko e Zaniolo

(che baciò la maglia ed andò a festeggiar­e sotto la Sud) mentre per il Milan segnò Theo Hernandez. Di quella formazione, in gialloross­o sono rimasti solo in tre: Smalling, Mancini e Spinazzola, che giovedì dovrebbero essere tutti titolari.

Sulla presenza di Mancini, al netto di contrattem­pi fisici che si porta dietro da un po’ («Anche nel derby avevo qualche problemino ma per uscire dal campo devo avere una gamba rotta», ha detto dopo la partita), non ci sono dubbi mentre quella degli altri due è stata anticipata da DDR nella conferenza stampa post derby. «Il turnover non mi piace le sue parole, rispondend­o a chi gli chiedeva della gestione di alcuni calciatori non al top della forma -: volevo schierare Smalling contro la Lazio ma non poteva giocare due partite di fila e quindi sarà meglio usarlo quando non avremo Huijsen e Ndicka. Ho fatto lo stesso ragionamen­to per Angeliño e Spinazzola».

Vista l’ottima prestazion­e di

Llorente, tra i migliori nel derby, non è da escludere il ritorno a Milano alla difesa a tre con una squadra più coperta per arginare soprattutt­o Rafael Leao, con Celik e Spinazzola sugli esterni. Dopo la gara con la Fiorentina, De Rossi aveva parlato di «crisi di rigetto» per questo modulo, ma già prima del derby aveva fatto una parziale retromarci­a, ammettendo che «le partite vanno analizzate in base alle caratteris­tiche dell’avversario». La controindi­cazione è che, senza Ndicka squalifica­to e Huijsen fuori dalla lista Uefa, non ci sarebbero ricambi di ruolo in panchina. Per questo motivo DDR potrebbe comunque decidere di rimanere con la linea a quattro: in questo caso fuori Llorente e dentro El Shaarawy al fianco di Lukaku e Dybala.

Il tabù Contro i rossoneri due ko anche in questa stagione Negli anni ‘70 si arrivò a 20 gare senza vittorie

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Daniele De Rossi e Lorenzo Pellegrini: due generazion­i di capitani romani e romanisti, prodotti dal vivaio di Trigoria. Un vanto dei gialloross­i

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