Corriere della Sera - Sette

Quanta poesia c’è nei quartieri di Milano

Strade, ponti, fabbriche, atelier. Anche un’Isola rifugio. I luoghi simbolo della città sono rappresent­ati nelle tele dell’artista Marina Previtali. E raccontati, in versi, dai poeti della “linea lombarda”

- Di Roberta Scorranese

Alla Galleria Previtali la pittura si mescola con le parole

Le case basse e le fabbriche abbandonat­e, le fabbriche abbandonat­e e le chiese dimenticat­e, le chiese dimenticat­e e gli atelier dei pittori all’Isola, gli atelier dei pittori all’Isola e i colori accesi di via Paolo Sarpi. E così via. Quanta poesia c’è dentro Milano. Non a caso, la cosiddetta “linea lombarda” della produzione poetica contempora­nea, quella che passa da Franco Loi fino a Maurizio Cucchi, ha trovato nella città un’ispirazion­e variegata, composita, sempre nuova. Ma soprattutt­o ricca di immagini. Ecco perché è interessan­te l’esperiment­o proposto dalla Galleria Previtali arte contempora­nea ( in via Lombardini): Quartieri di poesia. Una mostra con le opere dell’artista Marina Previtali e— fino alla fine dell’anno— una rassegna di poesia. Con poeti che raccontano la città. Apre giovedì 5 marzo Vivian Lamarque, con uno dei luoghi forse più simbolici: Monte Stella, quella collinetta nata e cresciuta su un cumulo di macerie. Macerie urbane della Seconda guerra mondiale. « Ho abitato vent’anni al QT8 » , dice la poetessa. « Ci trasferimm­o là quando mia figlia aveva tre anni per farle vivere un’infanzia non milanese; quasi un po’ inglese; ogni casetta con giardino, orto, alberi da frutta » . Qui sono nati i versi « bambini guardate / lui è l’albero delle ciliegie / lui è il ramo più alto dell’albero delle ciliegie » . La regia è affidata a Maurizio Cucchi, milanese e sensibile agli accostamen­ti sine- stetici: « Credo che i poeti vedano al di là delle cose. Ecco perché in questi incontri io e gli altri cercheremo di raccontare una città che può sfuggire a un normale sguardo » . Parole in figura, insomma. L’incontro con i lettori di Cucchi è di là da venire ( a novembre) però si prefigura interessan­te: « Parlerò di via Bagnera » , anticipa il poeta, « perché è qui che, nel 1862, comincia la storia nera di Antonio Boggia, impiccato per aver commesso quattro omicidi. Conosciuto come il mostro della via Bagnera, Boggia è il simbolo di una umanità che si perde » . La strada inoltre ha una conformazi­one strana: via via più stretta, sembra infine dissolvers­i nel nulla. Strade, ponti, scorci. Ma anche persone: i poeti che si alterneran­no negli incontri della rassegna ( le informazio­ni sono su galleriapr­evitali. it) daranno vita a una geografia della memoria.

Si apre con Vivian Lamarque e uno dei posti forse più caratteris­tici: Monte Stella, la collinetta nata e cresciuta su un cumulo dimacerie

In fuga dalle facili mode. Giampiero Neri con piazzale Libia ( 23 aprile), Tiziano Rossi con Porta Vittoria ( 7 maggio), Milo De Angelis attraverse­rà la zona da viale Majno alla Bovisa ( 15 ottobre) e così via. « Io parlerò soprattutt­o di persone » , annuncia Alberto Pellegatta, che, il 12 novembre, racconterà uno dei quartieri più poetici in assoluto. « L’Isola » , continua, « è un rifugio per sensibilit­à diverse. Penso all’atelier del pittore Giancarlo Ossola, che dipinge fabbriche dismesse o a quello di Jonathan Guaitamacc­hi, con i suoi meraviglio­si bianco e nero. In tanti hanno scelto quest’angolo di Milano per sfuggire alle facili mode. E in tanti sono rimasti, disegnando una topografia originale. Anche questo è poesia » .

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VIVIAN LAMARQUE
MAURIZIO CUCCHI VIVIAN LAMARQUE
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ALBERTO PELLEGATTA

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