Quando il cibo dà i numeri
Quest’anno butterò un orso bruno nell’umido. Poca cosa considerato che a fine giornata gli americani avranno gettato nella spazzatura un’intera nave da crociera. In peso, tutti alimenti sprecati. C’è addirittura un Paese invisibile, ma grande come due volte l’India, che produce unicamente cibo da buttare via senza essere consumato. Un altro Paese invisibile, grande come sei volte l’Italia, è un unico campo coltivato solo a cibi geneticamente modificati. Di quattro pannocchie di mais americano, ne mangiamo in realtà una sola, le altre tre vanno agli animali o serviranno a produrre carburante. Siamo un mondo vorace: noi tutti abitanti della Terra ci mangiamo, solo di carne, l’equivalente di un branco di 86 mila elefanti al giorno, uno al secondo. Cibo sprecato ogni anno da un europeo: 280 chili Cibo sprecato ogni giorno negli Usa: 151.000 tonnellate Percentuale del suolo agricolo mondiale che produce cibo poi buttato: 31% Ettari coltivati a OGM nel mondo: 175 milioni Carne mangiata ogni giorno sulla Terra: 700.000 tonnellate.
Benvenuti nel mondo del cibo e dei numeri, che ci raccontano della prima e più importante attività umana: sfamarsi, ottenere l’energia necessaria per vivere. Per fare questo l’Homo sapiens si è industriato a coltivare, produrre, commercializzare, consumare prodotti alimentari. Tutto riconducibile a grandezze reali: la matematica certamente non è commestibile, ma ci spiega bene quanto e come mangiamo. E lo fa rivelandoci molte sorprese. La prima: c’è cibo per tutti. Anche troppo. Abitanti sulla Terra: 7.290.000.000 Cibo prodotto ogni anno per il consumo umano: 4 miliardi di tonnellate Per abitante: 550 chili Ettari di terreno coltivati sulla Terra: 1,6 miliardi In percentuale sulla superficie delle terre emerse: 12% Calorie disponibili per persona al giorno: 2881 Vent’anni fa: 2595 Calorie in più al giorno, acquisite nell’ultimo ventennio: 286 Calorie disponibili per persona al giorno in Africa: 2556. C’è cibo per tutti, eppure uno spettro si aggira nel nostro pianeta e ha un nome che contrasta in modo drammatico con quello che i numeri ci hanno raccontato fin qui. Lo spettro della denutrizione. Abitanti sulla Terra, che sono sottonutriti: 805 milioni In percentuale su tutti gli abitanti della Terra: 11,1% Percentuale degli abitanti sottonutriti in Africa: 20,5% Vent’anni fa: 27,7% In Asia: 12,7% In Asia vent’anni fa: 23,7% Persone che soffrono di mancanza di micronutrienti (vitamine, sali minerali): 2 miliardi Percentuale dei bambini (6 mesi – 5 anni) che hanno carenza di iodio in Lesotho: 100% In Ghana: 100% In Ciad: 99% Percentuale dei bambini (6 mesi – 5 anni) che hanno carenza di Vitamina A in Mali: 92% A Haiti: 92% In Etiopia: 88%.
Disponiamo di più calorie di un tempo, ma anche in assoluto di più calorie del necessario. E questo non solo nei Paesi ricchi, persino in quelli più poveri. Maggior quantità di calorie disponibili rispetto al necessario oggi, in percentuale: +22% Nei Paesi sviluppati: +35% Nei Paesi in via di sviluppo: +19%. Cosa ci raccontano dunque i numeri? Che se c’è sovrabbondanza di cibo e qualcuno è sottonutrito, qualcun altro, evidentemente, è sovrappeso. Individui sovrappeso sulla Terra: 1,4 miliardi Di cui obesi: 500 milioni Percentuale della popolazione che mangia più del necessario, nei Paesi sviluppati: 44,6%.
Quante “merendine” in più consumiamo per far sì che quasi una persona su due sia sovrappeso, nei Paesi ricchi? Il riferimento non è casuale, perché il costo di una merendina ( espresso in dollari, $ 1,25) è il parametro usato dalle statistiche internazionali per lo stato di povertà. Persone che vivono con meno di 1,25 $ al giorno: 1.370.000.000 Con meno di 2 $ al giorno: 2.560.000.000 Con meno di 10 $ al giorno: 5.050.000.000 Percentuale dei poveri che vivono in aree rurali: 80%. Spesso basta solo un confine, a separare due mondi alimentari. Percentuale del reddito speso per il cibo negli Stati Uniti: 7% In Messico: 25%.
Dagli sprechi ai costi della denutrizione
C’è poi un altro mito da sfatare: la denutrizione, figlia della povertà, non ha l’alibi dell’eccezionalità, ma ha quasi sempre radici locali. Percentuale di casi di nutrizione insufficiente dovuti a carestie, guerre o emergenze ambientali: 8% Dovuti a situazioni “endemiche” del luogo: 92%.
Al di là delle valutazioni morali, quanto ci costa tutto questo in termini strettamente economici? Costo annuo stimato della sottonutrizione (lavoro perso, costi sanitari e sociali): 3500 miliardi di dollari Per persona: 480 dollari Cifra spesa ogni anno dall’Africa per importare cibo: 51 miliardi di dollari Cifra incassata ogni anno dall’Africa con la vendita di cibo all’estero: 23 miliardi