Una storia d’altri tempi
Dove si racconta di un’attrice degli anni
bordo dell’ultimo aereo in partenza per l’Asmara. Paradosso apparente: lui, ebreo, poté vivere e commerciare liberamente per conto di un governo fascista… La sua vicenda dimostra ancora una volta come alla base della persecuzione degli anni Trenta risieda una potente ragione di natura economica: un esproprio di beni giustificato da una ideologia, teso a finanziare le guerre di dominio di Hitler e Mussolini. Ma il dominio in Africa finì e gli inglesi, come si sa, nel ’ 41 occuparono l’Eritrea; i miei dovettero chiudere la rivendita d’ossigeno, e comprarono in concessione una bellissima azienda agricola sull’altopiano di Cheren, vicino all’Asmara: 10 ettari a 1.400 mdi altitudine, coltivata quasi tutta ad agrumi, e caffè. Si chiamava I Tre Tuchul, dal nome delle caratteristiche abitazioni degli indigeni. I Padoa, come si vede dai bellissimib album di fotografiefo che ogni tantot sfoglio, proseguironor la loro vita dorata e un po’ eccentrica anchea in Africa; Clara partecipavap ai safari di bufalib e leoni, allevava leopardile nella fattoria; e viaggiava per il Continente, visitando tribù e imperatori africani. Mio padre, dopo questi superbi anni, ebbe il « mal d’Africa » tutta la vita: cioè amore e nostalgia della natura allo stato puro. Nel dopoguerra mia nonna venne purtroppo incaricata dalla Croce Rossa a cui era iscritta di « rimpatriare » le prostitute italiane ancora presenti in Eritrea, ma loro non ci pensavano nemmeno a lasciare l’Africa. Così, il giorno prima della partenza forzata di queste donne, « cadde » misteriosamente nella piscina vuota della villa dov’era ospite, rompendosi tante ossa. Dopo mesi e mesi di cure, Clara si rialzò, ancora una volta. Ma fu allora che mio nonno, stanco di tante avventure, decise di tornare in Italia. E così fu possibile l’incontro tra mio padre e mia madre, anche lei di Milano… e qui la storia riprende da dov’era iniziata, seguendo quel doloroso e glorioso ciclo che è la vita dell’Uomo.