Catherine Karnow
Va svanendo, in vendita come il vecchio centro storico di Hanoi
Valentina Giannella e Lucia E. Maruzzelli
C’è un modo di dire che guida da sempre la vita dei vietnamiti: “Gap Duyen” ovvero “il destino, quello che doveva accadere”. Quello che è accaduto, dal 1960 al 30 aprile 1975, è stata la prima guerra mediatica della storia, la prima guerra che arrivò sulle pagine dei giornali con i volti delle vittime, le sofferenze, le atrocità che prima venivano solo riportate come astratte strategie necessarie da una stampa non ancora tecnicamente in grado di restituire il vero volto del conflitto armato. Quello che doveva accadere dopo la caduta di Saigon, il “Gap Duyen” di questo Paese è un insieme di storie interrotte e di opportunità mancate, di riscatto lento e di un grande senso di nostalgia per l’innocenza perduta. Il ritorno dei vietnamiti che erano fuggiti sulle barche, di quelli che si sono aggrappati a un lasciapassare per ricongiungimenti familiari dopo che i padri, i soldati americani, erano rientrati negli Stati Uniti a guerra terminata, l’arrivo delle grandi multina-