Corriere della Sera - Sette

L’umiliazion­e americana su quel tetto di Saigon

L’ultima, precipitos­a fuga dopo aver sganciato un numero di bombe sei volte superiore a quelle della II Guerra mondiale

- Di Francesco Battistini

Il conflitto e il suo epilogo

“In ogni caso non preoccupar­ti, papà. Andrà tutto bene. E se c’è bisogno, ce ne andiamo con gli elicotteri” (lettera alla famiglia del capitano Thomas Grady, 11 aprile 1975).

Prima dell’ambasciata americana, a chiudere è la piscina esterna: cade troppa cenere dal cielo. E i cinema porno che ormai danno solowester­n all’italiana: non ci andava più nessuno. Prima dei palazzi del governo, a svuotarsi sono le case: in due settimane i prezzi sono crollati del 75 per cento. E le scuole: « Studiavamo solo la nostra paura » , avrebbe raccontato un giorno Ma Dien Do, che aveva dodici anni e oggi vive in California, « ogni mattina c’era un compagno che non si presentava in classe. Era fuggito » . Il

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