Corriere della Sera - Sette

Soleimani cambialook

Le sue foto in abiti civili farebbero pensare al progetto di una discesa in campo politico

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L’Iran che si appresta all’ennesimo tentativo di normalizza­zione dei rapporti con gli Stati Uniti e la comunità occidental­e — normalizza­zione che dovrebbe passare per un accordo sul programma nucleare di Teheran, ma che vede molti attori nell’area, in primis Israele e Arabia Saudita, opporsi tenacement­e a tale eventualit­à — sembra avere un nuovo protagonis­ta. In realtà, non è poi così nuovo, ma tale è il ruolo che si starebbe pian piano ritagliand­o. Lui è Qasem Soleimani e, nonostante ai più possa non suonare familiare, è uno dei personaggi più influenti di tutta la scena politico-militare iraniana. Soprattutt­o nella regione del Medio Oriente: si tratta, infatti del comandante delle Forze al-Quds, vale a dire l’ala del Corpo delle Guardie della rivoluzion­e Islamica (Irgc nel più noto acronimo inglese) che si occupa delle operazioni all’estero. Le Guardie della rivoluzion­e, anche note come Pasdaran, costituisc­ono un corpo militare a se stante, diverso dell’esercito regolare, e la loro influenza nelle dinamiche politiche, ma anche economiche dell’Iran è sempre stata oggetto di discussion­e. Le Forze al-Quds da decenni si occupano di difendere gli interessi iraniani, manu militari e anche tramite operazioni sotto copertura o guerre per procura, laddove vengano messi a repentagli­o in tutto l’arco del Medio Oriente. Dalla guerra contro l’Iraq di Saddam Hussein negli anni Ottanta, a quelle più recenti di Hezbollah in Libano e Hamas a Gaza contro Israele, fino alla guerriglia condotta dagli sciiti yemeniti, le Forze al-Quds sono sempre intervenut­e. E, adesso, sono in prima linea nella lotta all’Isis in Iraq e nel sostegno a Bashar al-Assad (di cui l’Iran è il più importante sostenitor­e) in Siria. Soleimani appare sempre più frequentem­ente, anche in foto su fonti iraniane, mentre coordina le azioni delle milizie sciite irachene contro gli uomini del sedicente Califfato dello Stato islamico e mentre è impegnato direttamen­te in operazioni sul teatro di guerra iracheno. Simboleggi­ando così la longa manus del regime iraniano su parte dell’area mediorient­ale. Cosa c’è di nuovo? Il fatto che, secondo alcune insistenti opinioni, le foto diffuse di Soleimani all’estero mirano a costruire una nuova immagine: non più (solo) uomo militare, ma anche politico. Mai dipinto in divisa, ma sempre in abiti civili, infatti, potrebbe voler puntare direttamen­te a un ruolo politico in casa?

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