Corriere della Sera - Sette

La procuratri­ce anti terrorismo uccisa con una tecnica mafiosa

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Anche l’Uganda ha — tragicamen­te — le sue eroine nella lotta all’estremismo islamico. Quello di Joan Kazegi è stato un omicidio in puro stile mafioso. Realizzato dai terroristi islamici di Al Shabab. Perché Kazegi era il procurator­e più importante del Paese e stava portando avanti il processo contro i 13 jihadisti che cinque anni fa avevano messo a segno un attentato con cui avevano ucciso 76 persone che guardavano la finale dei mondiali di calcio in un locale. Un commando in moto ha affiancato la sua auto mentre si fermava vicino a un negozio di frutta: davanti ai tre figli le hanno sparato due volte alla testa. Kazegi è morta mentre veniva trasportat­a all’ospedale. Il risultato è che il processo, per ora, è stato sospeso. La guerra ai jihadisti continuerà, certo: ma il terrore ha dimostrato di essere pronto ad adottare, per difendersi, strategie puramente criminali.

VIETNAM

Il maxi sciopero contro il governo

Non che in Vietnam non si scioperi. È vero che 40 anni di controllo del partito comunista non ne ha permessi troppi, ma ogni anno (anche dopo il megastop del lavoro del 2008) sono parecchie le fabbriche in cui gli operai incrociano le braccia. Di solito, però, lo fanno per avere qualche dong in più in busta paga, visto che i salari bassi sono ancora l’arma in più per la delocalizz­azione della produzione nelle fabbriche vietnamite. Stavolta è diverso. Per giorni, migliaia di operai della fabbrica Pou Yuen (di proprietà thailandes­e), alla periferia sud di Ho Chi

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