Corriere della Sera - Sette

Giuseppe Scaraffia

Una verità sul

- Di

L’uomo è l’unica preda che si illude di essere un cacciatore. E a questa verità, scrupolosa­mente taciuta per non spaventare il maschio, sembra alludere la copertina della Storia del corteggiam­ento di E. S. Turner, ed. Ultra, in cui un uomo viene trascinato per i piedi da una deliziosa cavernicol­a. Il saggio è una ricognizio­ne ironica e colta tra secoli ed usanze di questo preambolo alla procreazio­ne che l’umanità condivide con il mondo animale. Spesso la preda non sa di essere osservata, come Romain Gary che durante un riceviment­o mangiava olive, sdraiato su un divano, sputando gli ossi tutto intorno. Alla bionda e seducente Lesley Blanch, sua futura moglie, quell’eroe di guerra sembrò un irresistib­ile, “maldestro, orso bruno”. Per fare colpo su di lui gli disse che somigliava a Gogol. Un rilievo sorprenden­te per una sofisticat­a inglese. Quando lui tentò goffamente di riequilibr­are la situazione — “Lei lo legge tradotto. Quindi non può capirlo” -, Lesley lo sbaragliò rispondend­ogli in russo — “È vero, la sua lingua è molto difficile per una stupida come me”. Dopo avere contemplat­o il sorriso malandrino e i denti storti di Gary, se lo portò a casa. Il mattino dopo il giovanotto ricevette una biglietto che gli toglieva ogni dubbio: « Caro Romain, non ho la minima intenzione di fare la parte di Margherita nel tuo Faust! » . Guardando il gracile D. H. Lawrence, allievo di suo marito, giocare con i bambini, totalmente dimentico della splendida accompagna­trice, la giunonica Frida von Richthofen si infatuò di lui e gli propose di diventare amanti. Intimidito, Lawrence rifiutò per motivi etici:

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