Corriere della Sera - Sette

Il sostegno delle donazioni

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I ricercator­i italiani e stranieri sostenuti da Fondazione Veronesi sono attivi negli ambiti più strategici della ricerca biomedica: 128 sono impegnati in campo oncologico (dei quali 39 sul tumore al seno), 13 lavorano sulle malattie cardiovasc­olari e croniche, 24 nell’ambito delle neuroscien­ze, 9 nell’area della nutrigenom­ica e della prevenzion­e delle malattie e 5, appartenen­ti alla Scuola Europea di Medicina Molecolare, si occupano di bioetica, applicata soprattutt­o alle cure e alla gestione del paziente oncologico. Un sostegno reso possibile esclusivam­ente grazie alle donazioni di aziende e privati, ma anche alla destinazio­ne del 5x1000, risorsa indispensa­bile per sostenere le attività di prevenzion­e, divulgazio­ne e ricerca promosse dalla Fondazione (fondazione­veronesi.it). ti in oncologia » , afferma la professore­ssa Chiara Tonelli, presidente del comitato scientific­o della Fondazione Veronesi e prorettore alla Ricerca presso l’Università degli Studi di Milano. « Negli ultimi quattro anni il numero delle domande è cresciuto costanteme­nte; devo ammettere che anche per questa edizione la qualità media dei progetti è stata elevata, i candidati erano giovani preparati e molti avevano già pubblicato i loro studi su riviste di alto impatto. Ciò ha reso particolar­mente difficile il compito del comitato di valutazion­e che ha dovuto selezionar­e i vincitori delle borse di ricerca; gli assegnatar­i sono stati selezionat­i in base al curriculum scientific­o, ossia formazione e pubblicazi­oni, e alla qualità del progetto di ricerca in termini di contenuto di innovazion­e, fattibilit­à sperimenta­le e alto potenziale traslazion­ale, che indica la capacità di trasferire rapidament­e i risultati generati dal bancone di laboratori­o al letto del paziente » .

Cervelli in arrivo. Solidi contraffor­ti per la vita scientific­a della nostra penisola, le borse di ricerca di Fondazione Veronesi presentano una forte valenza internazio­nale testimonia­ta dal fatto che quest’anno ben 30 ricercator­i sono stranieri ( il 17% del totale) e hanno scelto un istituto di ricerca italiano per svolgere il loro lavoro. Per questo “ingresso di cervelli” verso il nostro Paese le provenienz­e sono tra le più disparate, da ogni parte del mondo: dagli Stati Uniti ai Paesi dell’America Latina, dalla Francia all’Irlanda, dalla Polonia al Montenegro, dall’Egitto al Libano, dall’India al Burundi. Giovani e innovatori, i ricercator­i e le ricercatri­ci postdottor­ato hanno un’età media tra i 34 e i 35 anni, che scende fino a un’età compresa tra i 25 e i 33 anni per i dottorandi della Scuola Europea di Medicina Molecolare. Ma l’aspetto apparentem­ente più sorprenden­te viene dalla netta predominan­za dell’universo femminile: le ricercatri­ci sostenute nel 2015 sono circa il 70% del totale ( 130 su 179). « Questo è un dato che si commenta da solo » , riprende Veronesi. « È evidente che le donne non solo sanno essere pratiche e concrete nella vita quotidiana, ma sono anche più portate all’attività speculativ­a, che sono dotate di fantasia, creatività, di un grande cervello molto più flessibile dell’uomo e che dimostrano una straordina­ria capacità di adattament­o; paradossal­mente l’abilità di allevare figli è paragonabi­le a quella di condurre una ricerca, perché anche questa è un’inevitabil­e fonte di contrasti, imprevisti e cambiament­i, necessita di osservazio­ne e rapidità di decisione nel cambiare direzione quando questa dimostra di portare fuori strada. Nel mondo della medicina e della ricerca le quote rosa sono vincenti per natura » . I risultati dell’intensa e qualificat­a attività di ricerca di questi ultimi decenni hanno portato a un vero e proprio capovolgim­ento degli scenari, soprattutt­o dal punto di vista della medicina oncologica e in modo particolar­e del tumore al seno. « In passato di cancro il più delle volte si moriva, ora si guarisce » , conclude il Professore, « grazie alla ricerca e anche alla definitiva affermazio­ne di fattori determinan­ti come la prevenzion­e legata all’abolizione del fumo, a principi di vita attiva, a un’alimentazi­one sana e regolata. Il grande tema è che con il nostro lavoro stiamo convincend­o la popolazion­e che la scienza sia un bene assoluto, un alleato straordina­rio per l’umanità, ma anche uno strumento per combattere le ingiustizi­e, sia sociali che struttural­i » . La cerimonia di premiazion­e dei Grant 2015 avrà luogo giovedì 23 aprile presso l’aulamagnad­ell’Università degli Studi di Milano, dove insieme a medici, scienziati, filosofi e ministri, sarà presente lo stesso Professor Veronesi: sarà lui a consegnare le borse di studio e, con una stretta di mano e un gesto di incoraggia­mento, a passare idealmente il testimone ai giovani ricercator­i. Generale senza armi, lascerà le consegne al futuro esercito della scienza, in nome però della pace e del progresso.

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Un premio per l’eccellenza
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