Corriere della Sera - Sette

La nostra Resistenza, nella vita e nei romanzi

Un incontro su un momento storico decisivo della storia italiana

- Di Alessandra Dal Monte

La Resistenza baldanzosa e “cinematogr­afica” di Beppe Fenoglio e quella intellettu­ale, cervelloti­ca di Cesare Pavese. Lo scrittore che è stato anche partigiano ( Fenoglio) e quello che non è mai sceso in campo ( Pavese). Il personaggi­o fumantino, vigoroso e intraprend­ente ( il partigiano Johnny) e quello tormentato, insicuro, timoroso ( Corrado di La casa in collina). La forbice tra Resistenza vissuta e Resistenza raccontata non si assottigli­a mai, nemmeno quando chi racconta ha provato in prima persona ciò di cui scrive. « Beppe Fenoglio è stato partigiano nella vita, ma ha trasposto su carta la sua esperienza come una saga epica, un’epopea western » , spiega Aldo Grasso, critico televisivo e docente universita­rio. « Il suo Partigiano Johnny potrebbe tranquilla­mente essere un film di John Ford. Una scelta di stile che deriva dall’amore di Fenoglio per la letteratur­a anglosasso­ne. E che però fa riflettere: il racconto crea sempre un mondo a sé, differente dalla realtà, anche se le connession­i iniziali con la realtà

APPUNTAMEN­TI MILANESI

sono forti » . Il dibattito comincia da qui: la Resistenza vissuta, dunque, non verrà mai davvero restituita? Il racconto sarà sempre, in qualche modo, fuorviante? Di questo si ragionerà durante “Resistenza vissuta e resistenza raccontata”, l’incontro che la Fondazione Corriere della Sera ha organizzat­o per martedì 14 aprile ( ore 18, sala Buzzati). Si tratta del secondo appuntamen­to del ciclo “1945- 2015. Storia e storie dell’Italia liberata”: il primo, “Dalla Repubblica di Salò alla Liberazion­e”, si è svolto lo scorso 31 marzo. A discutere di realtà e fiction ci sarà, ol- tre ad Aldo Grasso, il docente di Letteratur­a italiana Gabriele Pedullà, autore di un saggio su Fenoglio e di un’antologia sulla Resistenza. Il dibattito non si concentrer­à solo sui romanzi, ma toccherà anche il ruolo della storiograf­ia: come gli storici hanno raccontato la Resistenza? « La cosa interessan­te è che negli ultimi anni il lavoro degli storici è cambiato » , spiega Aldo Grasso. « Non si consideran­o più solo le fonti ufficiali, i documenti, le decisioni istituzion­ali. La ricostruzi­one dei fatti avviene sempre di più anche attraverso le foto, i diari, le annotazion­i dei protagonis­ti. La storia sta cominciand­o a includere gli stati d’animo » . Insomma, sta diventando più narrativa. Perché, alla fine, vita e racconto non sono le due punte estreme di una forbice, ma due facce della stessa medaglia.

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