Corriere della Sera - Sette

Luca Cavalli Sforza, scienziato di frontiera

«Ha coniugato la curiosità culturale», dice Vittorio Bo, «con una innata e naturale capacità di divulgazio­ne»

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Caro Bo, nel tuo Dna di creatore di festival delle scienze e di editore scorgo metaforica­mente frammenti di tuo padre, che fu grande manager dell’Ansaldo, e di tuo zio Carlo, lo scrittore e rettore a vita dell’Università di Urbino. Ma la molecola della scienza da chi l’hai presa? « Dal mio personaggi­o di riferiment­o, Luca Cavalli Sforza, guarda caso un genetista. Uno scienziato di frontiera, nato a Genova e per anni felice vagabondo tra Italia e Stati Uniti, che con le sue ricerche ha connesso in modo del tutto inesplorat­o la genetica delle popolazion­i e delle migrazioni dell’uomo con l’antropolog­ia e la storia, servendosi di informazio­ni provenient­i dall’archeologi­a e dall’etnografia, dalla demografia e dalla linguistic­a. Un mosaico multidisci­plinare, composto con campagne che lo hanno portato in giro per il mondo, dalle terre di Parma a quelle dei nuraghi in Sardegna e della Puglia salentina, fino alle grandi traversate del continente africano, per dirci chi siamo e per illuminare le radici della diversità umana » . Ho un ricordo personale: un articolo che scrissi sulle sue ricerche tra i pigmei, quando lui, che insegnava a Pavia e a Parma dove collaborav­a con due futuri giganti dell’etologia e dell’ecologia come Danilo Mainardi e Antonio Moroni, restò affascinat­o da questa Una raccolta fondi via web per rendere più accessibil­e ( e appetibile dal punto di vista turistico) Venezia. L’idea è quella di costruire un pontile attrezzato che consenta di caricare persone in sedia a rotelle sulle gondole in maniera comoda e soprattutt­o sicura ( in precedenza le persone con disabilità venivano, talvolta, calate a braccia e correvano il rischio di cadere in acqua a causa di un’onda “anomala”). Il pontile, che dovrebbe essere ultimato a luglio 2015, verrà posizionat­o vicino a Piazzale Roma, punto di arrivo alla città in auto ( la stazione ferroviari­a è a una fermata popolazion­e per i suoi modi gentili e il suo concedersi ai tanti, utili prelievi sanguigni... « Una caratteris­tica di Luca è quella di aver sempre avuto, insieme alla sua grande curiosità culturale, una innata e naturale capacità di divulgazio­ne dei risultati delle sue ricerche, a partire dalle persone a lui vicine: come il figlio Francesco, coautore di alcuni dei suoi libri, per esempio La scienza della felicità » . Forse, per continuare con la genetica, a Luca non sono stati estranei gli insegnamen­ti dei suoi genitori, Pio ( che si occupava di pubblicità e ha scritto il primo libro italiano sull’argomento,

e della madre Attilia, laureata in lettere e prima maestra del figlio. Quando lo hai conosciuto? « Quando ero dirigente della Giulio Einaudi e successiva­mente quando gli chiesi un parere sulla mia voglia di varare una mia casa editrice specializz­ata in scienze, tecnologie e culture. Lui mi incoraggiò e mi consegnò anche una sua interessan­te proposta sulla cultura italiana vista attraverso gli occhi di uno scienziato. Proposta diventata poi un titolo: L’evoluzione della cultura. Proposte concrete per studi futuri. Uno dei suoi tanti titoli da riprendere in mano perché ci racconta ciò che noi siamo in modo intelligen­te e divertente » .

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