La filosofia della trasgressione.
Le passerelle di una volta scandalizzavano. Era l’epoca di Saint Laurent, in mostra a Parigi. Oggi ci si può ancora stupire?
La moda è morta, viva la moda. Nel 1947, la vestale diHarper’s Bazaar Carmel Snow si complimenta con Christian Dior per le sue creazioni dal New Look; nel 1971 un’altra vestale, Eugenia Sheppard, sentenzia invece sull’International Herald Tribune: « Saint Laurent, veramente orribile » . Si riferisce alla collezione d’alta moda estate 1971. Monsieur Yves l’aveva soprannominata Libération, in alternativa Quarante: ispirazione il periodo dell’Occupazione di Parigi e la moda di quel drammatico momento. Si toccava un tasto delicato, certo. Specie per le clienti che quegli anni avevano vissuto- subito. Comprensibile la reazione, un “tantino” esagerata se posta nel
RITORNO AL FUTURO E QUATTRO ZAMPE ELEGANTI mondo della moda, dove la realtà- verità viene ri- elaborata di continuo. Del resto Saint Laurent aveva già dei precedenti: alle spalle le collezioni Mondrian, Smoking e Saharienne ( 1965, 1966 e 1968). Cardini nella storia del costume. Però, ecco che... Metabolizzato lo “scandalo” è il trionfo del nome e del punto di vista dello stilista. Su questa sfilata- fenomeno si focalizza la mostra 1971. La collection du scandale, proposta a Parigi dalla Fondation Pierre Bergé- Yves Saint Laurent. Illustre il curatore, quell’Oli-
I grandi sarti italiani e quell’ineffabile desiderio di bellezza.