Una strana illusione chiamata anni 80
Gli anni Ottanta e Novanta, allora sì che la moda era "La Moda". Allora sì che le riviste di moda fotografavano "La Moda”». Baggianate. Luoghi comuni. Gente che parla perché ha la bocca. Gente che non conosce la moda e s’aggrappa a commenti di ordinaria amministrazione. «Quelli sì che erano anni d’oro: Tarlazzi, Yamamoto, Comme, Mugler, Coveri». Eccetera, eccetera. La differenza tra allora e oggi, è la diversità di approccio del cliente finale, del “pubblico”; ovvero la vostra, quella di voi lettori. Negli anni 80 avete, abbiamo vissuto in una bolla d’aria fritta, in un contesto sociale e politico incoraggiante ma vuoto come un uovo di cioccolata. E — meno male — c’erano design, arte e moda a tirarci su il morale. Ma anche ad annebbiare le nostre menti dirottando l’attenzione sull’esteriorità, buona o cattiva che fosse non importava. Era tutto uno scintillio, tutto sembrava facile. Nel decennio successivo, marcia indietro: via il colore, via le paillettes. Nero, nero e ancora nero: tutti soldatini in fila. Oggi la moda è più viva che mai, più creativa che mai. Più di allora. Aprite gli occhi!