Mangiare con gli occhi.
Il rapporto tra uomo e cibo, i nuovi utensili da cucina. Inaugurate due mostre alla Triennale di Milano
Oggi il saluto più diffuso è “salve!”, il che, per i giovani risulta normale, mentre per i maturi e anziani fa un po’ ridere o dà fastidio. Come mai tanti “salve”, e non più “buongiorno”, “buonasera”? Molti ti dicono: «È una forma intermedia tra il saluto confidenziale e quello più formale». Altri ricordano IL CIBO E LASUACAPACITÀdi incidere in modo totale sulle nostre vite. Questa la sensazione per i visitatori che, entrando alla Triennale di Milano, scopriranno quanto gli oggetti legati intrinsecamente a quest’ambito da sempre sappiano dialogare con la creatività. Il percorso inizia con Arts & Foods ( a cura di Germano Celant, allestimento di Italo Rota, fino all’ 1/ 11), unica area tematica di Expo Milano 2015 in città: 7.000 mq tra interno e giardino raccontano l’evoluzione della relazione uomo- cibo, dal 1851 a oggi, attraverso oggetti da ogni provenienza e multiformi testimonianze d’arte. Poi, al Triennale Design Museum, con il nuovo allestimento Cucine & Ultracorpi ( a cura di Germano Celant, fino al 21/ 2/ 2016), in una serie di zone aperte introdotte dalla Futuro House, unità abitativa prefabbricata del 1968, si snoda la visione magica di elettrodomestici “alieni” che a poco a poco si sono sostituiti agli utensili da cucina: un paesaggio domestico ambiguo narrato, per episodi, da 350 opere della collezione permanente del museo stesso e linguaggi che vanno dall’horror al fumetto. Il cibo è solo evocatoma emerge, incredibilmente, ancora più forte. con giubilo la sua origine latina. La spiegazione forse è diversa, ed è nelle cattive traduzioni dell’inglese di tanti film americani di una volta. Ve lo immaginate, negli anni 50, un avvocato illustre che saluta un altrettanto illustre collega con un “salve”? Implausibile, allora, nella nostra lingua, ma nei film era così. Niente “ciao” o “buongiorno”, ma uno stentoreo e goffo “salve”. E allora, visto che l’uso vince e domina, ricolleghiamo questo saluto alle sue più nobili origini, con il «Salve Piemonte!» del Carducci, o, rivolto alla luna, con Leopardi ( La vita solitaria): «Salve, o benigna / delle notti reina».