Pellegrini ma non solo Dalla Lunigiana alla Val d’Orcia in cammino lungo il tratto toscano della via Francigena
Ci sono calzature, borse da reliquia, sigilli e “insegne” ( le placchette che venivano cucite su vestiti e cappelli in segno di riconoscimento): insomma l’intero corredo da viaggio del pellegrino. Al Museo del Bargello di Firenze, una sezione della mostra “Il Medioevo in viaggio” ( fino al 21 giugno) racconta la storia dei viandanti della fede all’epoca delle crociate: gente comune, predicatori, chierici che andavano da un santuario all’altro. Poco lontano da Firenze passa una delle strade maestre dei pellegrini da più d’un millennio, la via Francigena: un cammino che incide l’Europa da nord a sud congiungendo due chiese, la cattedrale di Canterbury e la Basilica di San Pietro a Roma. E che taglia di traverso anche la Toscana: 380 km che dai boschi di Lunigiana scendono fino a Radicofani ( regione. toscana. it/ via- francigena) di nuovo percorribili dallo scorso giugno quando sono terminati i lavori di messa in sicurezza e il percorso è stato dotato di segnaletica, b& b, ostelli e 57 accessi wi- fi che forniscono ai viandanti informazioni sulle località toccate dal percorso. Divisa in 15 tappe di circa 25 km, la Francigena toscana s’imbocca sul passo della Cisa, a 1.041 metri di quota: alle spalle le colline del Parmense, davanti il bianco abbacinante del marmo delle Apuane. Dopo lo strappo dei monti, si scende in pianura, si raggiungono Lucca e luoghi dalla storia misteriosa come Altopascio con i suoi cavalieri del Tau ( dalla lettera greca che contrassegnava il loro abito), i frati- guerrieri che assistevano malati e pellegrini. Poi la piana cede il passo alla campagna della Val d’Elsa, alle colline di foto), con la sua foresta di torri, e a Siena, che taglia la via come una lama. Il paesaggio si fa morbido, acceso dal giallo del grano, addolcito dalle pievi, scandito dalle sagome austere di abbazie come la romanica Sant’Antimo.