A me gli occhi, vi farò vedere meraviglie
A Parigi, la personale di Alberto Biasi che gioca, geometricamente, con la nostra percezione visiva
di sottili lamelle in pvc ritorte, e si modificano e si stabilizzano solo in base al nostro movimento, e all’intervento dell’incidenza della luce. Quel rettangolo blu lo vediamo solo stando fermi al centro, man mano che ci spostiamo esso diventa onda, losanga, linea, ombra. L’artista riassume nella pura astrazione la “questione” della prospettiva. Qualche collezionista ha poi insistito che lui applicasse lo stesso principio anche al ritratto, ma la sua arte ottico- dinamica vive al meglio con la geometria. Ma su tutto prevale la tensione della superficie del quadro. Fontana la risolveva tagliandola come per far uscire le componenti gassose dell’universo, Biasi, invece, con le sue lamelle, la trattiene, rendendola tridimensionale, quasi il quadro fosse un’arpa, che emette note visive. A questo artista ( classe 1937, fondatore nel 1960 a Padova dello storico Gruppo N, che firmava i lavori collettivamente), la galleria Tornabuoni di Parigi dedica una personale ( fino al 27/ 06) in cui vediamo esposte anche altre opere sperimentali dei primi anni, come quelle trame forate e sovrapposte, anch’esse create per intercettare il nostro occhio. Così come il grande prisma di luce che espose alla Biennale di Venezia del 1986, un dispositivo dotato ANDY WARHOL SUL COMÒ Villa Croce, Genova Via Ruffini, 3 Fino al 5/07
Una simbiosi tra oggetti di design e opere d’arte di una collezione genovese. Quella di Rosetta Barabino che, con il figlio minore, ha impaginato una propria visione della contemporaneità, partita negli anni 60 dagli artisti americani per arrivare a quelli cinesi di oggi.