Quel monumento che spacca l’Italia unita
Cattolici e anticlericali si scontrano sulla statua a Giordano Bruno, simbolo di libertà o della peggiore delle maledizioni
Prima dei concordati, prima delle madonne pellegrine e delle “zie suore”, c’è stata un’Italia oggi inimmaginabile, quella originaria: l’Italia anticlericale, l’Italia « liberale e « massonica » , l’Italia di Garibaldi e di Porta Pia. Di questa Italia perduta, come le civiltà misteriose nelle quali s’imbatteva Paperino nei vecchi fumetti, traccia la mappa esatta e minuziosa ( scala 1/ 1) Massimo Bucciantini in un libro appassionante, Campo dei Fiori. È la storia della guerra tra papalini e radicali per stabilire se sarebbe stato eretto un monumento a Giordano Bruno nella stessa piazza in cui era stato “abbruciato” dai jihadisti del Sant’Uffizio il 17 febbraio del 1600. Siamo nel 1871. Sono passati pochi anni dall’Unità, il 20 settembre è una data così recente che nessuno pensa ancora a festeggiarla e Giordano Bruno, onestamente, non si sa nemmeno chi sia. Non in Italia, ma in Germania è apparsa nel 1836 una selezione delle sue opere latine. Ha scritto un elogio del filosofo rinascimentale, in un libro intitolato Storia delle scienze matematiche in Italia dal Rinascimento al XVII secolo, il famigerato Guglielmo Libri ( forse il più grande ladro di libri della storia, che Wikipedia definisce « matematico e criminale italiano » ) . Non si sa niente o molto poco di lui, ma visto che è stato messo a morte dal Papa Re si pensa che Giordano Bruno sia un martire del « libero pensiero » , della « scienza » , del « progresso » . Un comunardo francese, Armand Levy, che nel 1791, sconfitta la Comune, ha lasciato in fretta e furia Parigi per scampare ai plotoni d’esecuzione, è il primo ad avere l’idea d’erigere un monumento all’ « eretico » in Campo dei Fiori. Anche lui non sa nulla di Bruno, forse non ha mai letto nemmeno una riga delle sue opere, ma convince un gruppo di studenti radicali e liberali a farsi promotori dell’ini-
IN LIBRERIA
CAMPO DEI FIORI. STORIA DI UN MONUMENTO MALEDETTO
Massimo Bucciantini
EROS E MAGIA NEL RINASCIMENTO. LA CONGIUNZIONE ASTROLOGICA DEL 1484
Ioan P. Culianu
XGIORDANO BRUNO E LA TRADIZIONE ERMETICA
Frances A. Yates
XGIORDANO BRUNO
E IL MISTERO DELL’AMBASCIATA
John Bossy
XE ARRIVARONO I BERSAGLIERI. I PRIMI TRENT’ANNI DI ROMA CAPITALE
Sergio Valentini ziativa e ad aprire una sottoscrizione pubblica per finanziare l’opera: un ceffone in pieno volto al Vaticano. Levy e i suoi amici non raccolgono molti soldi, quelli che arrivano, arrivano perlopiù dall’estero, e quanto all’amministrazione capitolina, in quegli anni vicina ai clericali, non incoraggia certo il comitato promotore. Al primo comitato ne segue un secondo, scendono in campo i politici e gli studiosi democratici, alcuni si defilano, altri resistono, i papalini sembrano invincibili, gli anni passano e solo nel 1889, tredici anni dopo la nascita del comitato, la sinistra vince le elezioni e il monumento— un frate incappucciato e intransigente come un supereroe da film dark, opera dello scultore Ettore Ferrari — sorge finalmente in Campo dei Fiori.
Il grande nemico nascosto. Lasciamo stare la guerra, ma almeno una battaglia « contro la superstizione » è stata vinta. E Bruno? Be’, Bruno nel frattempo è stato letto e studiato. Su di lui sono stati scritti libri importanti. Nessuno si permette più di definirlo « il più laido degli apostati » , come fece all’epoca l’Osservatore romano. Ancora non è chiaro, però, chi precisamente fosse. Un cabalista e magus, una specie d’ufologo ante litteram per via delle sue idee sulla pluralità dei mondi abitati o il primo dei « persuasori occulti » , ideatore delle arti nere che oggi s’insegnano « nei ministeri della propaganda, negli studi pubblicitari, nelle scuole in cui s’addestrano le spie » , come crede lo storico delle religioni Ioan Culianu? Ai piedi del monumento — tra i martiri del libero pensiero celebrati nei medaglioni opera anch’essi d’Ettore Ferrari — appare un volto piccolissimo, subliminale, notato per la prima volta da uno studioso nel 1991. È Martin Lutero, il Grande nemico ( a proposito di persuasione occulta).