Corriere della Sera - Sette

LA CITAZIONE

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Il caffè carezza la gola e mette tutto in movimento: le

idee caricano come i battaglion­i di un grande esercito;

il combattime­nto inizia. I ricordi si dispiegano come

stendardi. La cavalleria leggera si lancia in superbo galoppo.

L’artiglieri­a della logica avanza con i suoi ragionamen­ti

e le sue concatenaz­ioni implacabil­i, i motti di spirito

fischiano come proiettili. I personaggi prendono forma e si

distinguon­o l’uno dall’altro.

La penna scorre sulla carta, il

combattime­nto raggiunge una

violenza estrema, poi muore

con un fiotto di sangue nero

come in un campo di battaglia

che svanisce sotto una nuvola

di polvere.

Honoré de Balzac

Per ottenere i più mirabolant­i effetti, scrive lo stesso Balzac nel singolare pubblicato nel 1839, lo scrittore arrivava persino ad ingurgitar­e a digiuno, verso le tre di mattina quando s’alzava a lavorare, una bella tazza di caffè macinato, schiacciat­o, freddo e con pochissima acqua. Per procurarsi i semi dell’amatissima pianta, che era ancora una merce coloniale molto costosa, Balzac s’indebitò persino con un usciere corrotto che faceva il contrabban­diere di caffè.

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eccitanti moderni

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