Corriere della Sera - Sette

ROSSINI INVITÒ BALZAC A NON ABUSARNE

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Da Voltaire a Goethe e Balzac, la diffusione del caffè in Europa sembra aver condiziona­to a fondo la vita e le opere degli intellettu­ali e degli scrittori. Per non dire dei grandi musicisti, da Beethoven a Proprio il compositor­e di Pesaro, durante gli anni parigini, confidò l’importanza del caffè allo stesso Balzac, che ne fu un consumator­e straordina­rio. Si calcola che il prolifico scrittore, padre fondatore del romanzo moderno, consumò circa 50 mila tazze di caffè per stendere la sua Commedia Umana! Rossini, a dire il vero, lo aveva invitato a contenere l’abuso della miracolosa bevanda: «il caffè è una cosa di quindici o venti giorni: abbastanza, fortunatam­ente, per scrivere un’opera». Ma Balzac era scrittore da una ventina di romanzi a decennio (più opere teatrali e articoli di giornale e saggi): ne ha scritti 23 soltanto nei tredici anni finali della sua vita, conclusasi drammatica­mente nel 1850 anche per le conseguenz­e dell’intossicaz­ione da caffeina.

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