La lezione della Grecia
Senza nutrire particolare simpatia per le ostentazioni del ministro Varoufakis, credo che la controparte ( tedesca? europea? troika? milieu finanziario internazionale?, chi sia non si sa) si sarebbe meritata di peggio. L’estenuante trattativa per il “salvataggio” della Grecia andrebbe raccontata come esempio di ottusità politica ed economica: assomma l’incapacità di guardare al passato e al futuro. Con passato non intendo la fin troppo sbandierata “culla della Civiltà occidentale” o i danni di guerra provocati da nazisti e fascisti, bensì la storia recente, dagli anni Sessanta alla caduta del Muro di Berlino, quando Atene era zona franca di scorribande per servizi segreti e affaristi, Cia in primis, con golpe all’americana, assassini politici, torture e il peggio delle rappresentazioni a cui ci aveva abituati la Guerra fredda. I retroscena li racconta Antonio Ferrari ( a pag. 27), per anni inviato speciale del Corriere della Sera anche in quella meravigliosa penisola che oggi abita per buona parte dell’anno. A tali vicende quasi nessuno fa riferimento: per pudore, forse, lo stesso pudore di una donna violentata che non riesce a parlare del violentatore. Eppure i motivi per cui la Grecia era strategica allora non sono cambiati oggi, si sono solo mescolate le carte. La necessità di salvarla, anzi di aiutarla a salvarsi, non è questione di “buonismo”, di solidarietà tra popoli, ma di interesse strategico per la Ue. Ve l’immaginate Atene espulsa con ignominia dall’Europa? La Russia, la Cina, gli Stati Uniti la colonizzerebbero immediatamente: spina nel fianco di un’Unione Europea mai così disunita che i giocatori seduti al tavolo della globalizzazione vogliono fragile e succube. Probabilmente i negoziatori tirano la corda fino a un secondo prima di spezzarla, pur sapendo dove sia necessario approdare; sottovalutando, però, che il milieu internazionale anti- Ue ha disseminato di cavalli di Troia il Vecchio Continente. Così facendo, per cavare sangue da un corpo esangue, hanno procrastinato la possibilità di una ripresa e, al tempo stesso, hanno contribuito ad allontanare i cittadini europei dall’idea d’Europa, trasformatasi da madre in matrigna. Il risultato più clamoroso è l’aver incattivito sia la destra sia la sinistra, mentre i moderati, la piccola borghesia ossatura e vanto del Vecchio Continente, sta per essere spazzata via. Non bastassero le considerazioni di politica interna, si aggiungono quelle di sicurezza internazionale. La Grecia è sempre stata una barriera tra l’Occidente e l’Islam: una portaerei nel Mediterraneo, come l’Italia. Possiamo dimenticarci di questo “dettaglio” proprio adesso, mentre la Turchia lotta per tenersi aggrappata alla laicità, il mondo arabo è attraversato dalla follia omicida del califfato e milioni di immigrati premono alle porte dell’Europa?
pvercesi@ corriere. it
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