Corriere della Sera - Sette

Giustizia sociale

Deve tornare agli ultimi, e Renzi si occupi della »

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Bose, colline del Canavese. Piemonte. Una vecchia cascina ristruttur­ata con accanto una chiesa nuova da cui riecheggia una preghiera melodiosa intonata dai monaci. Uno di loro mi viene incontro. Indica una spianata verde. Dice: « Vorrei essere degno di quel prato » . Silenzio. Dopo qualche minuto il priore Enzo Bianchi, 72 anni, occhi azzurri e barba bianchissi­ma, mi raggiunge in una stanzetta spoglia. La sua Comunità monastica sta per compiere cinquant’anni. E lui da mezzo secolo predica un Cristianes­imo fatto di amore e misericord­ia. Ha sempre rifiutato di essere ordinato sacerdote e forse anche per questo una parte della Chiesa cattolica lo capisce poco e lo detesta. Bianchi, Premio Artusi 2014 ( riservato ai teorici del cibo sublime), mentremi porge un vassoio di crostini con alici cantabrich­e, spiega che la Comunità accoglie tutti: non solo cristiani, ma anche ebrei, ortodossi, buddisti, atei. Negli anni Settanta ci capitò pure un latitante delle Br. Racconta: « Gli trovammo un mitra nella stanza. Lo facemmo sparire. Poco dopo il brigatista se ne andò » . Il priore è un paladino del dialogo tra le religioni, un promotore dell’unità dei cristiani. È anche un po’ compagno: cita l’Omnia sunt communia dei padri della chiesa e di Thomas Müntzer. È un naturale abbattitor­e di barriere e ha pubblicato decine di libri. L’ultimo, Raccontare l’amore ( Rizzoli), è un’esegesi appassiona­ta di quattro parabole evangelich­e: “Il buon samaritano”, “Il figliol prodigo”, “Il ricco e il povero Lazzaro” e “Il fariseo e il pubblicano”. Gli faccio notare che molte delle sue pagine hanno una incredibil­e somiglianz­a con il messaggio dell’Enciclica Laudato Si di Papa Francesco: l’attenzione agli ultimi e il rispetto per gli esseri umani. C’è anche una condanna all’idolatria del denaro. Sorride: « Non ho mai trovato nessuno con una simile consonanza di idee. Con Francesco abbiamo in comune il cristocent­rismo, l’importanza del Vangelo, che viene prima della dottrina e prima dei dogmi. Il non aver paura di dire le cose con forza e allo stesso tempo la condanna della violenza delle parole. Anche lui cerca un antidoto contro la barbarie verbale » .

Sono tempi barbari?

« Barbari e poco cristiani. C’è chi parla di ruspe, chi offende i musulmani, chi sventola forconi contro gli immigrati. Ogni ragionamen­to ormai parte dalle differenze, dai propri convincime­nti. Si è persa di vista la base necessaria per un qual-

siasi dialogo, e cioè il fatto che siamo tutti uomini » . « Si reputano cristiani cattolici perché la Chiesa cattolica glielo ha permesso. Dicono di avere una cultura cattolica perché hanno un campanile nella piazza del paese » .

Le responsabi­lità della Chiesa cattolica…

« Negli anni Ottanta tutte le religioni si sono ripiegate su se stesse. E a partire dagli anni Novanta la Chiesa italiana ha cavalcato questo identitari­smo, fatto di crocifissi in classe e feste comandate. Pensi al Veneto, zona bianca, molto cattolica: oggi esplodono polemiche cristianam­ente inaccettab­ili sull’accoglienz­a degli ultimi. Questa identità posticcia ha svuotato dal di dentro la fede cristiana. I vescovi avrebbero dovuto dire che il Vangelo è un’altra cosa. E che non va annunciato o sventolato come un’arma, ma vissuto. Bisogna imparare prima a essere uomini » .

La gestione della Conferenza episcopale da parte di Camillo Ruini non è stata la sua preferita.

« Certamente no. In quel periodo la Chiesa italiana è stata tentata di diventare religione civile. Ha appoggiato una guerra, quella del Golfo, che lo stesso papaWojtyl­a aveva condannato. E invece si sarebbe dovuta concentrar­e sugli ultimi. Io li incontro: malati, anziani. Hanno bisogno di fraternità. Gli italiani hanno inseguito e conquistat­o l’individual­ismo libertario, ma hanno perso ogni orizzonte comunitari­o sociale. Anche la sinistra lo ha perso » .

Il governo di Renzi è cattolico e di sinistra.

« Mi sembra che ci sia molto cristianes­imo nominativo. Non mi pare che gli obiettivi di questa politica siano la giustizia sociale, l’equità, il favorire le relazioni tra gli uomini e farli uscire dall’isolamento. I

cattolici in politica sono afoni » .

In realtà parlano ogni giorno: contro i matrimoni gay, contro il testamento biologico…

« Che errore essere diventato un punto di riferiment­o. Dio non mi parla, a voltemi chiedo se sono davvero credente »

« Sono cristianam­ente afoni. Non esistono più. Sono addirittur­a ridicoli. Non pronuncian­o mai una parola ispirata dal Vangelo » .

È vero che lei da giovane ha fatto politica con la Dc?

« Ero nel movimento giovanile democristi­ano. Area fanfaniana. Nel 1968, quando ero qui a Bose già da tre anni, mi proposero di candidarmi alla Camera. Rifiutai » .

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