Lo sciopero della speranza
Il digiuno dei leader in carcere dà forza all’opposizione. E ora Maduro si preoccupa
Le elezioni legislative che potrebbero definire il futuro del chavismo si svolgeranno il 6 dicembre prossimo. È raro che una data sia una notizia, ma non nel caso del Venezuela, dove l’opposizione ha condotto una dura battaglia soltanto per sapere quando il governo di Nicolas Maduro avrebbe annunciato il giorno delle votazioni. Il rinnovo dell’Assemblea nazionale è atteso con ansia, perché la forte impopolarità del governo ha allargato la possibilità che l’opposizione conquisti la maggioranza dei seggi, per la prima volta dall’inizio del regime chavista. Immersa in una crisi economica che secondo molti può ancora peggiorare, e retta con pugno di ferro dal successore di Hugo Chávez, che ha fatto arrestare oppositori di peso, il Venezuela si accinge a trascorrere mesi di forte polarizzazione fino al voto. La Mud, l’alleanza dei partiti di opposizione, considera fondamentale la pressione internazionale sul governo Maduro e chiede di non «distogliere gli occhi dal Venezuela», per evi- tare brogli. «Il fatto che si debba pregare l’authority elettorale di annunciare che le elezioni legislative si terranno è già la prova che in Venezuela la democrazia non è regolare», ha detto il segretario della Mud, Jesus Torrealba. Un ruolo fondamentale l’ha avuto anche lo sciopero della fame in carcere di Leopoldo Lopez ( nella foto, al centro, la moglie Lilian Tintori), iniziato per chiedere la data delle elezioni e terminato dopo tre settimane. Altri studenti che avevano smesso di nutrirsi in solidarietà con il leader dell’opposizione, in prigione da oltre un anno, hanno sospeso anche loro la protesta.