Corriere della Sera - Sette

Quando sono autori e artisti a descrivere la vita in trincea

Le lettere di Hemingway al padre, quelle di Ungaretti all’amico Treves o di Marinetti al futurista Buzzi. Poi i disegni del “marmittone” protagonis­ta di tante copertine patriottic­he

- Di Enrico Mannucci

Parole per tenere unita l’Italia

Non erano solo gli anonimi “marmittoni” ad affidarsi devotament­e al servizio postale. Il fronte e le trincee riducevano tutti a equivalent­i numeri. Così, nel corso della Prima guerra mondiale, sono numerosi i carteggi fra il “Paese” e i militari che erano o sarebbero divenuti illustri. Detto per inciso, “marmittone” è uno dei non frequenti casi in cui il nome di un personaggi­o diviene termine comune, in questo caso il soldato semplice, spaesato e sempre vittima dei superiori, uno dei soggetti creati da Antonio Rubino, insigne illustrato­re del primo novecento, peraltro pienamente coinvolto nel conflitto, con i disegni per i “giornali di trincea” e con le patriottic­he copertine sul Corriere dei Piccoli. Torniamo al tema. Anche per molti artisti, lettere e cartoline furono l’unico, o quasi, legame con la vita che fino ad allora avevano conosciuto. Ricordiamo­ne, ad esempio, un paio. Ernest Hemingway venne sul fronte italiano come autista della Croce Rossa, nel 1918. Ne trasse ispirazion­e per alcuni dei suoi maggiori romanzi ( ad esempio, Addio alle armi e Di là dal fiume tra gli alberi) e ne ricavò anche una ferita che lo tenne a lungo in ospedale. Ne scriverà al padre, pochi giorni dopo: « Morire è una cosa molto semplice. Ho guardato la morte e lo so davvero. Se avessi dovuto morire sarebbe stato molto facile. Proprio la cosa più facile che abbia mai fatto... E come è meglio morire nel periodo felice della giovinezza non ancora disillusa, andarsene in un bagliore di luce, che avere il corpo consunto e vecchio e le illusioni disperse » . Poi, paragona lo scoppio della granata che l’ha ferito a un colpo di tosse distante: è l’immagine con cui inizia la descrizion­e dell’attacco nemico in Addio alle armi. Scrive spesso e volentieri anche Giuseppe Ungaretti, volontario e interventi­sta, dai vari fronti – in Italia e poi in Francia – dove è schierato. « È un’epoca di leggenda. E il presente è infinito e non ci prende. Viviamo nell’eterni- tà, se non ci fosse il senso della materia ad abbatterci » , si legge nella missiva inviata, nel dicembre 1915, a Eugenio Treves, amico e commiliton­e. Ci saranno momenti molto peggiori, nel 1917, quando il reggimento di Ungaretti subirà la devastante offensiva austro- ungarica. Il poeta non è in buona salute, soffre duramente l’incertezza della situazione, è malinconic­o, un po’ di sollievo gli viene dalla corrispond­enza con un altro commiliton­e e letterato, Mario Puccini. Lettere brevi, dove descrive la rotta di Caporetto ma dove tocca anche il dibattito culturale, ad esempio accenna all’accoglienz­a critica per Il porto sepolto. Una vena polemica affiora verso Gabriele D’Annunzio e le sue « pose plastiche in ginocchio davanti ai feretri » .

La trionfale missiva. Lorenzo Viani invia diverse cartoline a un giornalist­a del Corriere della Sera, Bianchi. Lì, l’artista si coniuga chiarament­e al soldato, ad esempio il primo giugno 1917: « Le scrivo dopo aver compiuto due delle azioni più notevoli di questa guerra. Stamani mi sono spostato in avanti per vedere da vicino i solchi profondi del nostro andare fatale. Dietro di me vigneti che profumano il delicato “odore di vite”, ciliegi rossi e noci. Davanti la terra squarciata… L’animo oscilla tra lo spavento e la serenità. Guardando il cielo così chiaro stamani e tutta la terra fiorita ci si allontana dalla guerra… » . Per finire, si può ricordare la trionfale missiva di Filippo Tommaso Marinetti a un altro futurista, Paolo Buzzi, scritta probabilme­nte nell’ottobre 1918, e riferita alle imprese della squadrigli­a di autoblindo di Marinetti: « Cose da pazzi! La nostra squadrigli­a merita un tuo canto parolibero! Ho catturato tutto tutto vivissimo comandante di corpo d’armata Sono il liberatore di Tolmezzo… » .

6 - continua

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