Corriere della Sera - Sette

Famiglia lombarda

Fino all’espansione sui mercati di 40 Paesi, la ha saputo cambiare pelle, nel segno di 140 anni di amore per la terra

- Di Enrico Mannucci

Intorno agli anni Trenta c’è un’ondata migratoria attraverso la penisola molto particolar­e. Non inciderà sui grandi mutamenti sociali ma conterà abbastanza nella storia del costume. Si tratta del trasloco di quei toscani che vanno a fare i ristorator­i a Milano. Vengono, in gran parte, dalla zona fra Pistoia e Lucca. Creeranno, al nord, vere e proprie dinastie di gran successo. Ma c’è un altro flusso migratorio — diciamo così, anche se si tratta di cifre minime: in effetti un solo nucleo familiare — che compie il percorso opposto. E che va a trasferire in quella parte di Toscana l’essenza dello spirito imprendito­riale lombardo. Questi migranti al contrario fanno parte della famiglia Polli, ceppo originario del Lago Maggiore. A farsi imprendito­re è Fausto che, nel 1872, fonda una società per l’importazio­ne di baccalà dalla Norvegia. L’attività continua coi discendent­i — Luigi e poi i figli, Ernesto e Giuseppe — che consolidan­o la base a Milano, con uno stabilimen­to per lavorare lo stoccafiss­o in via Tito Speri e una bottega (“negozio al minuto”, lo definiscon­o i listini prezzi di allora) in via Broletto. A fine Ottocento, siamo nel cuore della città. Con vantaggi e svantaggi. Fra i primi, l’esperienza ravvicinat­a e feconda dello sviluppo industrial­e che arriva a cavallo del secolo. Fra i secondi, la contiguità alle turbolenze che la crescita innesca. Quando scoppia la rivolta milanese stroncata da Bava Beccaris il 7- 9 maggio 1898, via Broletto viene citata nel diario di uno dei partecipan­ti agli scontri, Pietro Toresani, che vede i soldati aprire il fuoco in piazza Duomo: « … lesto feci per disbarazza­rmi, che tremavo dalla paura, ed una scarica di fucilate piombava sopra i dimostrant­i, uccidendon­e un bel numero. Non rimasi ferito, e preso la via Broletto, in un quarto d’ora fui alla cosidetta Foppa… » . È anche una delle stradine strette dove prospera la “ligera”, la mala meneghina, e la celebrerà Sergio Endrigo con Via Broletto 34, dove un lui canta in onore della sua bella subito dopo averla ammazzata. Quando Giuseppe— figlio di Luigi e nonno di Marco, l’attuale presidente — parte per la Grande guerra, la piccola bottega di alimentari è già diventata qualcosa di più: « Il nonno aveva la mentalità industrial­e della trasformaz­ione, aveva già cominciato a confeziona­re… » , spiega Marco Polli, cioè

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