Famiglia lombarda
Fino all’espansione sui mercati di 40 Paesi, la ha saputo cambiare pelle, nel segno di 140 anni di amore per la terra
Intorno agli anni Trenta c’è un’ondata migratoria attraverso la penisola molto particolare. Non inciderà sui grandi mutamenti sociali ma conterà abbastanza nella storia del costume. Si tratta del trasloco di quei toscani che vanno a fare i ristoratori a Milano. Vengono, in gran parte, dalla zona fra Pistoia e Lucca. Creeranno, al nord, vere e proprie dinastie di gran successo. Ma c’è un altro flusso migratorio — diciamo così, anche se si tratta di cifre minime: in effetti un solo nucleo familiare — che compie il percorso opposto. E che va a trasferire in quella parte di Toscana l’essenza dello spirito imprenditoriale lombardo. Questi migranti al contrario fanno parte della famiglia Polli, ceppo originario del Lago Maggiore. A farsi imprenditore è Fausto che, nel 1872, fonda una società per l’importazione di baccalà dalla Norvegia. L’attività continua coi discendenti — Luigi e poi i figli, Ernesto e Giuseppe — che consolidano la base a Milano, con uno stabilimento per lavorare lo stoccafisso in via Tito Speri e una bottega (“negozio al minuto”, lo definiscono i listini prezzi di allora) in via Broletto. A fine Ottocento, siamo nel cuore della città. Con vantaggi e svantaggi. Fra i primi, l’esperienza ravvicinata e feconda dello sviluppo industriale che arriva a cavallo del secolo. Fra i secondi, la contiguità alle turbolenze che la crescita innesca. Quando scoppia la rivolta milanese stroncata da Bava Beccaris il 7- 9 maggio 1898, via Broletto viene citata nel diario di uno dei partecipanti agli scontri, Pietro Toresani, che vede i soldati aprire il fuoco in piazza Duomo: « … lesto feci per disbarazzarmi, che tremavo dalla paura, ed una scarica di fucilate piombava sopra i dimostranti, uccidendone un bel numero. Non rimasi ferito, e preso la via Broletto, in un quarto d’ora fui alla cosidetta Foppa… » . È anche una delle stradine strette dove prospera la “ligera”, la mala meneghina, e la celebrerà Sergio Endrigo con Via Broletto 34, dove un lui canta in onore della sua bella subito dopo averla ammazzata. Quando Giuseppe— figlio di Luigi e nonno di Marco, l’attuale presidente — parte per la Grande guerra, la piccola bottega di alimentari è già diventata qualcosa di più: « Il nonno aveva la mentalità industriale della trasformazione, aveva già cominciato a confezionare… » , spiega Marco Polli, cioè