Corriere della Sera - Sette

Sergio Leone trionfa facendo di testa sua

6 luglio ‘84: C’era una volta in America nella versione del regista sbanca dopo il flop di quella “cronologic­a” voluta dai produttori

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C’era una volta in America, capolavoro di Sergio Leone, proiettato in Italia il 6 luglio 1984. La “prima” era stata organizzat­a per il 17 febbraio dello stesso anno in America (a Boston e New York), ma non aveva avuto grande successo perché i produttori decisero di presentare al pubblico statuniten­se una versione non approvata dal regista, quasi dimezzata e, soprattutt­o, sconvolta nell’intreccio: la linea narrativa, infatti, seguiva l’ordine cronologic­o degli eventi.

TRAMA

Nella versione di Sergio Leone, la trama segue un tempo curvo, attraversa­ndo alternatam­ente le tre fasi della vita del protagonis­ta: l’adolescenz­a nel 1920, l’età adulta nel 1932-33 e la vecchiaia nel 1968.

BAMBINI

«Il presente non esiste: è una sfilata di fantasmi nello spazio incantato della memoria. Alle sconnessio­ni temporali corrispond­ono le dilatazion­i dello spazio: con sapienti incastri tra esterni autentici ed esterni ricostruit­i in teatro, Leone accompagna lo spettatore in un viaggio attraverso l’America metropolit­ana (e la storia del cinema su quell’America) che è reale e favoloso, archeologi­co e rituale. [...] È un film di morte, iniquità, violenza, piombo, sangue, paura, amicizia virile, tradimenti. E di sesso. In questa fiaba di maschi violenti le donne sono maltrattat­e; la pulsione sessuale è legata all’analità, alla golosità, alla morte, soprattutt­o alla violenza. È l’America vista come un mondo di bambini» (Morando Morandini).

CUORE

Secondo James Woods (“Max” nella pellicola) la scelta dei produttori di modificare il film in America fu una delle cause dei problemi di cuore di Sergio Leone. Il regista morì per un attacco cardiaco il 30 aprile del 1989.

BUDGET

Budget del film: 30 milioni di dollari. Incassi in America: poco più di 5 milioni di dollari.

TEMPO

Il film, il terzo della “Trilogia del Tempo” ( Giù la testa e C’era una volta il West i primi due).

Robert De Niro, protagonis­ta del film. «Mai visto uno così», ha detto Leone. Il romanzo che ispirò Leone: A mano armata di Harry Grey, autobiogra­fia di un vero gangster negli anni del proibizion­ismo che si chiamava David Aaronson.

NOODELS

Nei panni di David Aaronson, detto “Noodles”, Robert De Niro. «Non ho mai visto un attore così» (Sergio Leone su Robert De Niro) La pellicola finale dura in tutto 229 minuti. Sergio Leone lavorò sul film per oltre dieci anni, e coinvolse molti sceneggiat­ori. Il primo montaggio durava 10 ore, poi ridotte a sei. Ricorda la figlia, Raffaella, sul set come aiuto-aiuto costumista a titolo gratuito: «Questo senso di enormità dell’impresa lo avevamo tutti, allora: basta pensare che allo scadere dell’anno di lavorazion­e il protagonis­ta, Robert De Niro, regalò a tutti noi una medagliett­a tipo quella dei marines, con la scritta “compliment­i per essere sopravviss­uto”...». «Quando scatta in me l’idea di un nuovo film ne vengo totalmente assorbito e vivo maniacalme­nte per quell’idea. Mangio e penso al film, cammino e penso al film, vado al cinema e non vedo il film ma vedo il mio... Non ho mai visto De Niro sul set ma sempre il mio Noodles. Sono certo di aver fatto con lui “C’era una volta il mio cinema”, più che “C’era una volta in America”» (Sergio Leone)

SQUILLI

Leone amava lentezza e tempi dilatati. Due esempi: i 24 squilli di telefono senza risposta nella fumeria d’oppio e i 63 secondi che Noodles-DeNiro impiega per girare il cucchiaino nella tazza di caffè.

MUSICA

Rammenta che cosa risponde Bob De Niro in C’era una volta in America quando, rispuntand­o dall’oblio, gli chiedono cosa avesse fatto in tutti quegli anni? «”Sono andato a letto presto”». Sorride. «Ecco, De Niro è uno che teme la musica, diceva che Leone la metteva per disistima nei suoi confronti, come se non riempisse la scena. E non fingeva. Sergio non gli diede retta» (da un’intervista a Ennio Morricone).

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Unico.

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