Quei raggi che ci allungano la vita
Il sole fa bene: riduce la pressione, aiuta in caso di psoriasi o dermatiti, migliora l’umore. Ma niente tintarella selvaggia
al sole. Un guaio perché, oltre a indebolire le ossa spianando la strada all’osteoporosi, l’insufficienza di vitamina D è correlata a un maggior rischio di diabete, malattie autoimmuni, infezioni, tumori: quasi come un ormone, infatti, modula l’attività del sistema immunitario, stimola la produzione di sostanze antibatteriche, inibisce enzimi bersaglio di farmaci anticancro. Non solo: i tanto vituperati raggi ultravioletti disinfettano la pelle e ne regolarizzano il ricambio cellulare, una benedizione per chi ha la psoriasi o una dermatite. La luce solare poi regola il tono dell’umore e il ciclo sonno- veglia, con conseguenze benefiche per psiche e metabolismo; in più previene la “sindrome da malilluminazione”, che colpisce chi passa troppo tempo al chiuso provocando aggressività, stanchezza, sonnolenza, sedentarietà, aumento di peso perché l’organismo reagisce alla scarsità di sole come se fosse in perenne letargo. Nessuno sdoganamento, però, della tintarella selvaggia: gli eccessi si possono pagar cari perché, come scriveva negli Anni 20 Sir Henry Gauvain, un medico inglese fautore dell’elioterapia, « Il sole è come un buono champagne: stimola, rinvigorisce, ma se si esagera intossica e avvelena » .
Per garantirsi i benefici del sole l’abbronzatura non servirebbe neppure: basterebbe passare un po’ più tempo all’aria aperta. « Sono sufficienti venti minuti di sole al giorno cinque volte a settimana, scoprendo almeno braccia, viso e gambe, per produrre una buona quantità vitamina D » , dice Giancarlo Isaia, presidente SIOMMMS.
Se l’obiettivo è anche la tintarella, mai avere fretta: la cute deve avere tempo per produrre la melanina e abbronzarsi, altrimenti il rischio eritemi è concreto. L’esposizione deve essere graduale, soprattutto se la pelle è chiara e sensibile.
Per godere dei raggi in sicurezza ser-