Corriere della Sera - Sette

Cenerentol­a e Biancaneve: che vita complicata!

Chi fece appendere Mussolini per i piedi a piazzale Loreto e chi lo fece togliere. E le infamie dopo Caporetto

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C’era una volta Cenerentol­a, bella e buona, che viveva con due sorellastr­e, brutte e cattive. Poi c’era anche Biancaneve, come Cenerentol­a, indefessa lavoratric­e, bella e buona, che trascorrev­a le sue giornate con una matrigna meno avvenente di lei e inacidita. Per un motivo a me ignoto, in questi ultimi tempi c’è stato un cambio di paradigma importante, ovvero Cenerentol­a e Biancaneve sono buone perché belle e le loro aguzzine cattive perché brutte. Se ne deduce che se una ragazza è entusiasta, propositiv­a e di bell’aspetto non c’è da stupirsi, perché queste doti ne sono diretta conseguenz­a: costei ha avuto la vita più semplice in una società che si basa sull’esteriorit­à, per cui le sue virtù sono da premiare fino ad un certo punto, e le sue cadute da condannare aspramente perché a chi molto ha avuto molto sarà richiesto. Ma cosa succede se è una ragazza non gradevole esteriorme­nte ad avere tutte le doti sopra elencate? Immancabil­mente diventa un esempio da imitare, colei che stoicament­e ha affrontato le apparenze di petto e ne è uscita trionfante. La bellezza è accidental­e, nessuno la sceglie, capita, succede di nascere belli o meno. La bontà, la profession­alità, l’abnegazion­e sono doti e virtù che vanno affinate giorno dopo giorno, la scelta di non abbandonar­si al cinismo è quotidiana che tu abbia o meno un brutto naso. Eppure, per fare un esempio, nessuna femminista ha alzato la voce quando il video porno messo in rete dall’ex fidanzato di Belen Rodríguez è finito su YouTube, perché Belen è bella e non fa una vita monacale quindi deve pagare pegno. Eppure si sono alzate le grida femministe quando l’ex premier Silvio Berlusconi ha bollato come “culona inchiavabi­le” Angela Merkel, perché lei è una profession­ista e lui non doveva permetters­i. Mi chiedo se solo io ho trovato di cattivo gusto il fatto che Maurizio Crozza abbia portato avanti l’imitazione di Matteo Renzi con le ministre Madia e Boschi che sgambettav­ano come veline, lo stesso comico che qualche tempo fa invitava a votare Rosy Bindi alle primarie del Pd. Rosy Bindi è stata una ministra migliore di loro? Su che basi? Se è vero che questa è una società di selfie, foto postate, di tanta facciata e poca sostanza non credo che sia una buona tattica combatterl­a continuand­o a fomentare il luogo comune per cui chi ha un bel visino deve dimostrare di essere intelligen­te e chi non ho questa fortuna può tranquilla­mente dare per scontato questo requisito. Tornando al mondo delle favole, nelle ultime battute di la principess­a Fiona decide di trasformar­si di nuovo in orchessa bella dentro e andare a vivere con la sua metà nella palude, mettendo da parte la possibilit­à di vivere insieme agli eredi al trono nel castello bella fuori. Perché è scontato che un’orchessa sia più virtuosa di una principess­a, a meno che questa non diventi la badante di sette nani in un bosco.

Aldo Cazzullo ha rievocato su la vicenda, orribile, di piazzale Loreto coi cadaveri di Mussolini, della Petacci e di alcuni gerarchi offerti alla violenza bestiale della folla e poi appesi. Mi dicono che Giampaolo Pansa ha scritto che fu il Pci a ordinare – direttamen­te Togliatti da Roma che diede mandato a Longo per la bisogna – quella esposizion­e alla folla dell’ex duce e degli altri. Cita dei documenti? Mi dicono di no. Quello che si sa con certezza è che furono i due antifascis­ti giunti per primi a Milano e cioè Sandro Pertini e Italo Pietra comandante generale delle brigate partigiane dell’Oltrepò a ordinare invece l’immediata rimozione dei cadaveri appesi per i piedi e il loro trasferime­nto all’obitorio. Pertini in particolar­e era furente e gridò più volte: «Vergogna- tevi! Vergognate­vi!», accusando coloro che avevano partecipat­o all’impresa di essere «antifascis­ti dell’ultima ora». L’episodio è stato rievocato dagli stessi Pertini e Pietra in una bella trasmissio­ne realizzata nel 1978 da Gianni Bisiach per la Rai sulla liberazion­e di Milano.

Mio nonno materno di Sant’Arcangelo di Romagna m’ha portato a 7 anni nella capitale e poi giardinier­e a Santa Sabina a Roma, fu preso a Caporetto e portato in una fattoria nei dintorni di Düsseldorf. Al ritorno, raccontava, fece il viaggio in prima classe fino al Brennero. Poi tradotta militare fino a Roma e fu messo in quarantena per diversi giorni! Ricordo bene i suoi commenti di come fu mal trattato al ritorno!

Nutro una sincera ammirazion­e per coloro che sono riusciti a guadagnars­i un posto al sole; devono aver lottato non poco, ma temo che il dr. C. Cottarelli non abbia il diritto di formulare giudizi inappropri­ati sul comportame­nto dello Stato. Ove poggia scientific­amente la sua asserzione che se lo Stato disponesse (anziché pagare le pensioni) dei 270 miliardi €/anno la disoccupaz­ione sarebbe sostanzial­mente contenuta. Se lo Stato per esempio iniziasse a stipendiar­e tutti i dipendenti pubblici con assegni parificati non ci sarebbero più risorse per ridurre le tasse? E il dr. Cottarelli non trova che il Fondo Monetario non sia particolar­mente generoso vs. la sua persona attesi che gli assicura mensilment­e 10 volte lo stipendio di un insegnante?

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