Anziani on the road tra vita e tempo perduto
Due uomini, una donna, un coyote e gli scherzi della memoria: con questi elementi la scrittrice canadese crea un intreccio sorprendente
Il romanzo, lirico e realistico, di Emma Hooper Una mattina Etta, 83 anni, che vive con il marito Otto da oltre 60, gli lascia una lettera sul tavolo: «Parto. Non ho mai visto l’acqua, e ci vado. Apiedi. Cercherò di ricordarmi di tornare»
L a dura verità è che sappiamo che cosa voglia dire invecchiare solo una volta diventati vecchi. Quando incominciamo a contare, in maniera irrealistica, gli anni che ci mancano. Mentre capita spesso che, guardando indietro, ci si chieda chi sia stato il bambino che ritroviamo come in un film, mescolando commozione e inappartenenza, ricordi veri e presunti. Eravamo davvero noi? Sono i pensieri e le emozioni che suscita un romanzo sorprendente, lirico e realistico insieme, ma attraversato da mirabili squarci onirici accentuati dalle sfasature temporali della trama, come Etta e Otto e Russell e James, della canadese — ma dal 2004 vive in Gran Bretagna — Emma Hooper ( Bompiani, pp. 302, 18,50 euro). Una storia on the road, nella miglior tradizione del romanzo americano, ma, nello stesso tempo, aggrappata al suo rovescio, l’esistenza assolutamente immobile vissuta in una fattoria del Saskatchewan, nel Canada occidentale. C’è chi va, insomma, e chi resta, nel libro: ma il paradosso è che a muoversi sia una donna di 83 anni. Un mattino Etta, che vive col marito, Otto, da più di 60 anni, gli lascia sul tavolo una lettera: « Io parto. Non ho mai visto l’acqua, e ci vado. Ma tu non ti preoccupare. Ti ho lasciato il furgone. Vado a piedi. Cercherò di ricordarmi di tornare » . Parte, Etta, portando con sé soldi, una penna e una matita, cioccolata, biscotti, e un vecchio fucile. Va verso est, si immagina, e a ragione, lo sbigottito Otto, verso Halifax e l’oceano, la bellezza di 3232 chilometri. È a est che molti, troppi anni prima, è morta di parto la sorella, rifugiata in un convento di suore. E il suo ricordo le brucia ancora dentro. Ma la vecchia signora ha un altro motivo per partire: da un po’ di tempo sente che la memoria la sta abbandonando: andarsene è, anche, un atto di ribellione nei confronti della vita biologica dell’uomo, che non perdona nessuno.
Amore d’altri tempi. Nel viaggio, non privo di avventure e imprevisti, Etta trova un compagno insolito ma fedele nel coyote James, insieme al quale arriverà a destinazione.... Ma c’è anche chi resta: Otto, che nulla ha cancellato nella memoria, ancora travagliata dai ricordi drammatici della guerra combattuta, come per tanti giovani americani, in Europa, ma anche confortata dal costante amore per Etta, conosciuta a 16 anni, quando lei, sua coetanea, era nel contempo la sua maestra di scuola. No, Otto non parte alla ricerca della moglie: le scrive lettere che non spedirà mai, e spera ardentemente nel suo ritorno. Mentre Russell, suo amico e timido rivale nell’amore per Etta ai tempi della loro prima giovinezza, prende il furgone e va sulle tracce della donna. E se la troverà, sarà per riperderla. Personaggi le cui vite, raccontate dalla Hooper con continui flashback, si intrecciano, per poi confluire, per ognuna di esse, nella magnifica incertezza di un finale surreale e oscuro. Ma non è forse anche l’ombra del nostro fragile esistere che ritroviamo fra le pagine? E che ci fa sentire simili e fratelli a Etta e Otto e Russell e James.