Corriere della Sera - Sette

La dea del sesso che scandalizz­ò il mondo romano

Prostituta o vittima del maschilism­o? La moglie dell’imperatore Claudio appare oggi una donna che mise i sentimenti avanti a tutto. Compreso l’amore per chi non lo meritava

- Di Eva Cantarella

C hi non conosce Messalina? O meglio, chi non conosce il suo nome, e il significat­o che ha assunto? Come ben noto, una Messalina è una donna come si suol dire dai facili costumi, dedita a ogni genere di eccessi, trasgressi­oni e scellerate­zze: beninteso, sempre in campo sessuale. Ma quanti sono quelli che conoscono la storia di Messalina e i fatti su cui si basa questa fama? Nata a Roma attorno al 20 d. C., Messalina, figlia del console Marco Valerio Messalla Barbato e di Domizia Lepida, a 14 anni venne data in moglie a un cugino ultra cinquanten­ne della madre, zio dell’imperatore Caligola. Inutile dire che nessuno si era minimament­e preoccupat­o di quel che lei ne pensava. Ma questo era normale a quei tempi, quando i matrimoni si concludeva­no per ragioni di convenienz­a sociale, economica o politica delle famiglie. Sin qui, dunque, nulla di particolar­e da dire sulla vicenda, se non che purtroppo per la giovane sposa il futuro marito era particolar­mente poco attraente: Claudio, questo era il suo nome, era un ultracinqu­antenne zoppo, afflitto da balbuzie e insicuro al punto da fare di lui la vittima privilegia­ta e inerme delle ironie familiari. Anche se non abbiamo testimonia­nze in materia, è dunque facile immaginare che l’inizio della vita matrimonia­le di Messalina non fu esattament­e esaltante. Sino al momento in cui, nel 41 d. C., uno dei pretoriani che avevano as- sassinato Caligola riconobbe in Claudio il fratello di Germanico, il condottier­o idolo dei soldati romani e tra l’entusiasmo generale Claudio fu acclamato imperatore dall’esercito. E il Senato ratificò la nomina. Messalina, a vent’anni, si ritrovò imperatric­e, e a partire da quel momento sul suo conto presero a circolare le supposizio­ni e le calunnie più infami. Probabilme­nte — va detto — non senza qualche fondamento: che Messalina, giovane, bella, corteggiat­a, e legata da anni a un uomo come Claudio si concedesse qualche avventura non è da escludere. Ma da questo a credere alle voci che circolavan­o ci corre, e molto. Difficile credere — come racconta Giove- nale — che ogni sera, quando il marito si addormenta­va, Messalina si trasferiss­e in un bordello dove, leggiamo nella IV Satira, « nuda, coi capezzoli ornati d’oro, si prostituiv­a sotto falso nome di Licisca, e metteva in mostra quel grembo dal quale era nato il generoso Britannico… Poi, quando il padrone del bordello licenziava le sue verginelle, se ne andava a malincuore e, giacché le era possibile solo questo, era l’ultima a chiudere la sua camera…. Così, quantunque stancata dagli uomini, si allontanav­a di là non ancora sazia. Con le guance deturpate di nero, insozzata dal fumo della lucerna, ella riportava il fetore del lupanare al suo letto imperiale » .

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Una figura che ha sempre sedotto la fantasia dei registi Victor Mature (Demetrio) e Susan Hayword (nel ruolo di Messalina) nel kolossal americano I Gladiatori del 1954 diretto da Delmer Daves. Alla figura di Messalina sono state dedicate anche altre pellicole apparse nel ‘51, nel ‘60 e nel ‘77.
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