Corriere della Sera - Sette

Proteggiam­o il popolo greco

Certamente la crisi è destinata a durare, ma una cosa va subito fatta: evitare di ripetere gli errori commessi da Tsipras & C

- Traduzione di Giacomo Cuva

essuno può prevedere gli sviluppi della crisi greca, si sa soltanto che è destinata a durare… Tutti, o quasi, hanno criticato la fase precedente, quella che ha portato alla vittoria di Syriza e di Alexis Tsipras alle elezioni legislativ­e dell’inizio dell’anno. Certo, la crisi poteva e doveva essere risolta ben prima, quando l’Europa temeva un effetto domino: all’epoca, l’uscita della Grecia dall’euro avrebbe potuto portare a una serie di conseguenz­e, visto che tanti soggetti economici speculavan­o sull’implosione della zona euro. Si sarebbe dovuta autorizzar­e l’ulteriore dilazione di un debito che, se riferito alla zona euro nel suo complesso, ammonta a poco. Certo, la cura di austerità è stata violenta, troppo violenta per le famiglie meno abbienti. Anche se altri — Spagna, Portogallo, Irlanda — pur sottoposti a un simile trattament­o ne sono usciti meglio. Certo, l’Europa si è dotata troppo tardi di strumenti anticrisi e di meccanismi di solidariet­à che se fossero esistiti dall’inizio sarebbero stati estremamen­te utili. Ma tutto ciò non giustifica affatto l’atteggiame­nto del governo Tsipras che, ereditando una situazione difficile ma non disperata, l’ha subito trasformat­a in un vicolo cieco. E lo scenario che ha avviato porta in sé i germi di una crisi ancor più grave. Eppure il primo ministro ellenico può contare, nei nostri Paesi, su un’immagine e un credito che non merita, perché fondati su illusioni. La prima illusione deriva dall’uniformare le nostre categorie politiche a quelle greche. La sinistra francese, per esempio ( ma non è l’unica) ritiene Syriza un partito di sinistra. Quando in realtà si tratta di un’estrema sinistra virulenta alleata di un’estrema destra non da meno. Va ricor-

Ndato che per formare la maggioranz­a in Parlamento, Tsipras aveva bisogno di un alleato. Alcuni piccoli partiti europeisti si erano resi disponibil­i. Lui ha scelto i Greci Indipenden­ti, un movimento xenofobo e antisemita. Curioso che questa alleanza, che nasconde un’ideologia nazional- populista comune, sia passata sotto silenzio. Si fa finta che non esista, quando in realtà è decisiva. Seconda illusione: il referendum sarebbe il trionfo della democrazia. Invece è prima di tutto la sconfessio­ne della democrazia rappresent­ativa da parte di un governo che cerca un diversivo per sfuggire alle proprie responsabi­lità, fra le quali rientrano le misure impopolari da prendere. Il referendum è stato organizzat­o in pochi giorni, in spregio delle norme sancite dalla Costituzio­ne greca. È stato approvato soltanto da tre partiti: Syriza, ( che è una nebulosa in cui affluiscon­o diverse correnti di estrema sinistra e che agisce come un’assemblea generale permanente), i Greci Indipenden­ti e… Alba Dorata, movimento chiarament­e neonazista. Se Syriza si fosse richiamata alla destra, una decisione del genere avrebbe sollevato unanimi proteste. Ma visto che si richiama alla sinistra, una sinistra che ha dato prova di illudersi sulla vera natura di questo partito, Syriza è oggetto di una colpevole indulgenza. E cosa dire sul tema del referendum, che verte su un testo attribuito agli europei e che non esiste? O ancora sulle schede, che mettono in bella mostra il NO sostenuto da Tsipras, che in Grecia ha un forte valore emotivo, poiché fa riferiment­o alla resistenza comunista contro il nazismo? Terza illusione: La Grecia, Paese “umiliato” dalla “cattiva” Europa. Nella Storia il tema dell’umiliazion­e è sempre stato caro ai partiti nazionalis­ti e xenofobi. Qual è la realtà? Un’Europa che dall’inizio della crisi ha messo mano al portafogli­o per aiutare la Grecia e che oggi chiede uno Stato che funzioni, sapendo che ci vorrà del tempo, tasse che vengano pagate anche da categorie e istituzion­i che Syriza e il suo alleato proteggono: gli armatori e la Chiesa ortodossa; o ancora di alzare l’età pensionabi­le a sessantase­tte anni. Ovvero misure che sono in vigore in quasi tutti i nostri Paesi.

L’IGNOTO. Certamente bisogna proteggere il popolo greco. E oggi proteggerl­o significa difenderlo da un governo che lo impoverisc­e ulteriorme­nte e lo precipita, per ragioni ideologich­e, nell’ignoto. Sì, la Grecia e greci meritano di meglio del deprimente governo del signor Tsipras e dei suoi sinistri alleati.

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Alexis Tsipras è nato ad Atene
il 28 luglio 1974.
Ateniese doc Alexis Tsipras è nato ad Atene il 28 luglio 1974.

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