Gli articiochi alla Byron di Lele Vianello
Gli articiochi violetti
li trovi in tutte le
isole agricole della laguna,
ma i migliori sono quelli di
Malamocco, in particolare
quelli che crescono nei
terreni umidi e scuri tra
i Murazzi e gli Alberoni,
cioè a ridosso delle dune
dove Lord Byron lanciava
il suo cavallo al galoppo. Io
li mondo di tutte le foglie
grosse e li soffriggo con
molto aglio, aggiungo sale
(nonostante i nostri carciofi
sappiano già di salso) un
bicchiere d’acqua
e frappongo,
furbesca-
mente, tra la pentola e il
coperchio un foglio di carta
da impacco, che permette
quell’evaporazione lenta
che non si porta via il sapo-
re del carciofo. Quindi tolgo
il coperchio e la carta, alzo
la fiamma e lascio asciu-
gare. I carciofi in pentola di
laguna vanno accompa-
gnati alla frittura di laguna,
albarelle, schie e anguille,
roba semplice ma delicata.
Si completa il tutto con
profumo di pepe nero e si
porta in tavola una bottiglia
ben fredda di mal-
vasia istriana o
di raboso». e il Polesine, luoghi appartati e bellissimi che non si danno le arie della Camargue » . S’intravvedono le bocche di San Nicoletto, i ciclopici cassoni del Mose: « Ecco i Murazzi sono stati un Mose secondo natura. Oggi invece, interrompendo i flussi, il Mose è un progetto contro natura, ha bisogno di energia esterna, di manutenzione, una sostenibilità interamente umana. È come se fosse la laguna a doversi adattare a Venezia e non viceversa. Ad esempio a Venezia non esiste un sistema fognario, perché il sistema di depurazione avviene con lo scambio delle maree. Se noi andiamo a interrompere questo equilibrio cosa succederà? » . I gabbiani che facevano volare l’immaginazione di Hugo Pratt si agitano irrequieti sopra la spiaggia di Malamocco, le palafitte per la meditazione della comunità Osho sembrano cedere alla mareggiata sollevata dall’improvvisa bora che soffia da Est. La terrazza della casa di Pratt vista da qui sembra la tolda di una nave nella tempesta imminente. « L’Adriatico per me è una grande laguna, oppure la continuazione del Po sotto nuove sembianze » , dice Lele Vianello, grande disegnatore e collaboratore storico di Pratt, anzi, secondo qualcuno, la vera matita del Salgari del fumetto. Racconta degli orti di Malamocco, del carciofo “che sa di salso”. « Siamo gente di vanga, non da pesca come i nostri cugini di Pellestrina… » . Il tempo di carburare con l’insuperabile Raboso della trattoria da Scarso e prendiamo la rincorsa puntando a Sud. Comincia la pedalata che ci porterà fino a Chioggia, lungo la ciclabile di Pellestrina. Sfidiamo un cielo drammatico, con decine di trombe d’aria che penzolano sull’Adriatico come cappi da una forca. Sembra di stare dentro un colossal biblico, uno squarcio d’azzurro ci segue con puntiglio senza farci prendere una goccia d’acqua. E in questi momenti, soprattutto se sei al principio d’un lungo viaggio e anche se sei un viaggiatore laico, non puoi non accogliere con un certo compiacimento il riguardo celeste. Scopriremo il detto sacrosanto: « Trema la terra, il ciel s’oscura, ma quei del Po no ‘ i gà mai paura » .
1/ continua Marzio G. Mian Nicola Scevola
e