Sulla rupe a degustar cipolle
La regina di Tropea in tutte le salse. E a far da piatto forte, il più bel mare di Calabria
olce, tenera, carnosa, pelle vermiglia e cuore candido. È la signora di la cipolla rossa che la cittadina calabra celebra ogni anno il 27 luglio. Una giornata per assaggiare il croccante bulbo, di cui pare fossero ghiotti già gli antichi greci, declinato in molteplici ricette: crudo in insalata, alla griglia, gratinato, sottaceto, ridotto in frittelle e zuppe, sposato al pesce azzurro, trasformato in marmellate e persino in gelato ( provatelo da Tonino, in corso Vittorio Emanuele). E proprio dal corso può partire la visita della cittadina calabra.
DVista da qui, Tropea è una folla di palazzi eleganti, una quinta di facciate tardo rinascimentali, barocche e liberty che scivolano fino al mare. Il corso è una lama che taglia tutto il centro storico e va a morire in una vertiginosa balconata sospesa sulle onde. La vecchia Tropea se ne sta tutta adagiata su una rupe alta 30 metri e lambita dal Tirreno. Davanti, due isole. La prima è poco più di uno scoglio ( un tempo circondato dall’acqua e ora unito alla terraferma) dominato dalla mole imponente della chiesa medievale di La seconda è appena una sagoma lontana,
Santa Maria dell’Isola.
QUEL VULCANO DA AMMIRARE DI SERA
Stromboli. quella del cono aspro dello Stromboli. La vecchia Tropea ha una topografia che è già da sola un monumento. Attorno a
s’allarga un dedalo di vicoli, slarghi, piazze, angoli ciechi e stradine dall’andamento a spirale. Sparigliate, senz’ordine apparente, le glorie cittadine. A cominciare dal duomo: di origini normanne, è stato rimaneggiato più volte ( gli ultimi interventi sono dei primi del 900) e custodisce due pregevoli opere, il quattrocentesco Crocifisso nero e la Madonna di Romania della prima metà del Trecento. Nella si può ammirare una cinquecentesca Annunciazione in marmo. Ovunque s’affollano le dimore
corso