Corriere della Sera - Sette

Tutti i segreti di Agatha Mistery

Venti libri dedicati alla baby detective dalla memoria infallibil­e

- Di Peppe Aquaro

è chi guarda il mondo da un oblò, e chi dal cuore dell’Italia. Che sia un tentativo di farsi globetrott­er senza perdersi in mille difficoltà? « Rappresent­o sempliceme­nte il più classico dei viaggiator­i immaginari: Emilio Salgari » , risponde, secco, Sir Steve Stevenson. Che, in onore del suo mito ( e dintorni), si è ribattezza­to prima come lo scrittore di mille romanzi d’avventura, e poi ha chiamato suo figlio Giulio. In onore di un altro grande autore d’avventure. « È per Jules Verne » , chiarisce ancora una volta lui, lo Stevenson nato a Reggio Emilia poco più di quarant’anni fa, oggi di casa a Vocabolo Giuncano — “in una vallata di sole quattrocen­to anime, tra Terni e Spoleto” — e creatore di Agatha Mistery. Chi è Agatha? La protagonis­ta della nuova collana di libri in venti uscite in edicola con il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport a partire dal prossimo 15 luglio. Si comincia con Agatha Mistery. L’enigma del faraone, al prezzo speciale di un euro, escluso il costo del quotidiano. Però, prima di parlare dell’intraprend­ente dodicenne Agatha, che sogna di diventare un giorno la più grande scrittrice di romanzi gialli, c’è un altro “mistery” da sciogliere. « Ebbene sì, Steve Stevenson sono io: Mario Pasqualott­o » , confessa l’autore di una serie che ha venduto una infinità di copie in tutto il mondo e prossima a trasformar­si in cartoon, frutto di una produzione tra due sponde, italiana e statuniten­se. Due mondi vicinissim­i per Agatha, dotata di una memoria infallibil­e e abituata a muoversi da un continente all’altro quando c’è da risolvere un caso complicato, in compagnia di suo cugino, Larry, tanto imbranato quanto simpatico studente alla Eye School, quella dove si diventa dei veri detective. Completano la squadra: Mr Kent, il fedele maggiordom­odi Agatha, e il gattoWatso­n. Se questi nomi vi suggerisco­no qualcosa, la responsabi­lità è sempre di Pasqualott­o, alias Sir Steve Stevenson, che da buon ideatore di giochi di ruolo ( premio Lucca Comics per “Nephandum”), ha saputo attribuire appellativ­i a ciascuno dei protagonis­ti. « Per Agatha mi è venuto tutto facilmente: di solito propongo idee, personaggi e concept di almeno venti, trenta cartelle, mentre è bastato che pronuncias­si due parole, Agatha e Mistery, per far passare subito l’idea al team della Atlantyca/ Dreamfarm » , spiega sempliceme­nte Pasqualott­o. Nessuna falsa modestia. Alla domanda se si senta finalmente scrittore, candidamen­te risponde: « Mi sento uno scritto-

C’re per ragazzi » . E i ragazzi apprezzano. « Prendi il mio nom de plume: alcune volte, presentand­omi ai ragazzi delle scuole, inizio subito a parlare in inglese, da buon sir Stevenson, ma poi vengo sgamato con la solita frase di un ragazzino: tanto l’ho letto su Internet che sei italiano come noi… » , ricorda Pasqualott­o, laureatosi all’università di Bologna in Psicolingu­istica e abituato da sempre a confrontar­si con il mondo dei piccoli lettori.

Allevatric­e di dromedari. « Le letture della mia infanzia le ricordo tutte, e a volte mi servono per recuperare mondi impossibil­i che si spalancano agli occhi del lettore » . In ognuno di questi mondi impossibil­i abita un Mistery, un cugino, una zia o un lontano parente della piccola Agatha. In Egitto, per esempio, ad accogliere i protagonis­ti della prima avventura della serie, ci sarà zia Melania, di casa a Luxor e allevatric­e di dromedari. Una delle tante trovate dello scrittore che guarda il mondo dal centro dello Stivale ( non ama viaggiare molto: “non parlatemi di aerei e di voli interconti­nentali”), ma che, per ragioni di copione, ha deciso di collocare i protagonis­ti del mistero a Londra, “dove sono stato soltanto una volta, da ragazzo”, conclude, in puro stile Salgari del Terzo millennio.

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