Corriere della Sera - Sette

L’uomo che sparisce in cima a una scala mobile

- di Roberto Burchielli

Un uomo, vestito in modo elegante, cammina per i corridoi di un centro congressi. Ha appena ritirato un premio per il suo lavoro, ha consegnato da pochi istanti una lettera di dimissioni al suo capo. Moglie e figlio lo raggiungon­o. Hanno l’aria preoccupat­a, vedono i suoi occhi turbati e delusi. Lui abbraccia il suo ragazzo che lo guarda con aria fiera. Ribadisce il suo amore alla donna che l’ha accompagna­to per tutta una vita, nonostante qualche svarione sentimenta­le. L’uomo si allontana: ha bisogno di prendere un po’ d’aria. I suoi cari rimangono immobili ad osservarlo mentre sale su una scala mobile. Suo figlio gli chiede di non allontanar­si troppo. Il nostro punto di vista è il loro. La macchina da presa non si muove, lo lascia andare via. Panoramica a seguirlo verso l’alto finche non sparisce ai nostri occhi. Tutta la vita di questo individuo è simboleggi­ata da questa scena, la sua voglia di mirare in alto, alla scoperta di fatti realmente accaduti. La consapevol­ezza del pericolo di doversi allontanar­e dai propri cari, il rischio di scontrarsi contro ostacoli invalicabi­li. Svanisce al nostro sguardo, come se non fosse mai esistito, come se le sue parole non fossero mai state scritte. Cancellato dalla politica sporca, da un complotto di stato, dai media corrotti, dall’incapacità dell’uomo di lottare per l’etica e la verità.

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