Corriere della Sera - Sette

Governerem­o fino al 2018 Poi gli italiani scelgano tra noi e quelli che urlano

- Di Pier Luigi Vercesi - foto di Ada Masella

Maria Elena la chierichet­ta: prende il treno regionale e torna a Laterina ( Arezzo), poche anime in un paesaggio leonardesc­o. Per andare a messa. Maria Elena la giaguara: entra nell’immaginari­o collettivo degli italiani in punta di tacchi, maculati, alla Leopolda. Luogo dannunzian­amente evocativo. Maria Elena Boschi la secchiona. Però bella come il sole. Berlusconi la nota, lei lo rottama con un sorriso: i comunisti — gli spiega — appartengo­no a un’era geologica precedente. Una papa- girl, poi, di quelle che invocano Karol Wojtyla “santo subito”; eppure non piace a Rosy Bindi. Forse perché permettere­bbe agli omosessual­i di sposarsi… Contraddiz­ioni? No, giovinezza. Così il premier Renzi le affida il compito più arduo: spezzare le reni, con grazia s’intende, ai conservato­ri di tutt’Italia, da sempre uniti. Deve riformare la Costituzio­ne, a costo di indignare i tutori della Magna Carta italiana. Se fallisce lei, metà faccia del premier è persa.

Prendiamol­a alla larga: è entrata in questo ministero poco meno di un anno e mezzo fa. Pensa ancora di potercela fare? « Sono certa che ce la faremo. Abbiamo già portato a casa risultati insperati. E siamo ancora alla fine del primo tempo. Dopo dieci anni, una nuova legge elettorale dà maggiore stabilità al sistema. Ci possono essere elementi che convincono di più e altri di meno, però è garantita una maggioranz­a solida, sia con il premio se si raggiunge il 40% al primo turno, sia con il ballottagg­io. Consente di governare. In un anno e mezzo abbiamo completato la

riforma del mercato del lavoro, superando l’ostacolo-simbolo dell’articolo 18. I risultati già si vedono: gli occupati tornano a crescere; i più pessimisti danno 120 mila posti in più nei primi mesi dell’anno, con reali maggiori garanzie. Incontro tante persone, della mia età o poco più grandi, mi dicono che per la prima volta hanno firmato unu contratto a tempo indetermin­ato. Le riformem costituzio­nali? Il percorso non è completato,t ne stiamo ridiscuten­do in questi giorni, peròp ci sono stati due passaggi importanti: unau prima approvazio­ne sia al Senato sia alla Camera;C è stato faticoso ma ce l’abbiamo fatta.t La scuola: comincia la fase dell’attuazione ini vista del nuovo anno scolastico. La riformam della pubblica amministra­zione è all’atto finale,fi poche settimane prima dell’approva-zionez definitiva. E la giustizia. Aver approvatot una forma di tutela dell’ambiente contro ili disastro ecologico e i danni ambientali, introducen­doi gli eco- reati nel nostro ordinament­o,n non è un passo importante? Penso ala pacchetto anticorruz­ione, approvato in via definitiva;d il ripristino del falso in bilancio di cuic si parlava da anni; il divorzio breve; la responsabi­lità civile dei magistrati. Tutto nel cassetto: in un anno e mezzo sono diventati legge. E parlo solo di ciò che è definitivo » . Sì, ma noi viviamo nel Paese delle riforme rimaste sulla carta… « Vivevamo. Abbiamo ereditato 889 decreti da adottare. La media del livello di attuazione del programma del governo precedente era del 38%. In un anno e mezzo siamo passati al 73%; abbiamo portato sotto a 300 i decreti sospesi dei governi Monti e Letta. Poi abbiamo i nostri. La Commission­e europea e l’Ocse, nell’ultimo rapporto, hanno certificat­o il migliorame­nto. Ma si può fare di più. Per esempio, non sono contenta del livello di attuazione dell’ultima legge di Stabilità ed è per questo che iniziamo ogni Consiglio dei ministri con il dato— ministero per ministero— di quanto resta da portare a termine. Teniamo sotto pressione i vari dicasteri aggiornand­o quotidiana­mente la situazione sul sito del governo. Può controllar­e » . Mi racconta la faticaccia di negoziare, ogni giorno, le maggioranz­e? « Quanto mi diverte sentir ricostruir­e dai giornali e dai colleghi in Parlamento le trattative… Ho un difetto, che però aiuta: leggo i giornali la sera. Trovo ottimi approfondi­menti, interessan­ti commenti politici e notizie che è utile valorizzar­e. Però il 60- 70% dei retroscena, di ipotetiche negoziazio­ni, sono sempre superati. Se va bene durano un’ora. Sono appassiona­nti? Bah. C’è sempre il retropensi­ero dei numeri stretti, per cui è necessaria un trattativa continua, soprattutt­o al Senato. In realtà noi abbiamo la maggioranz­a più ampia degli ultimi anni, sia nel Pd, sia a livello di governo. Dureremo fino al 2018. No, se è questo che vuol sapere, non mi alzo la mattina pensando: “Mamma mia, come facciamo ad arrivare a stasera?” » . Non mi dica che non scende a compromess­i… « Non è questione di compromess­i. Con una maggioranz­a che nasce da posizioni diverse storicamen­te, politicame­nte e di campagna elettorale, su alcuni provvedime­nti si devono trovare terreni d’incontro, fa parte dell’attività parlamenta­re. A volte, riflettere un attimo in più migliora le scelte. Altre volte è faticoso. Le unioni civili, sicurament­e, sono un tema delicato, perché partiamo da posizioni distanti.

Sono per il matrimonio tra gay, ma so che bisogna mediare. Credo sia importante concedere l’adozione di figli avuti in precedenza

Sarebbe ipocrita dire che non ci sono mai tensioni… » . Ecco, le unioni civili, come ne uscite? « Vengo dall’esperienza delle Giornate mondiali della gioventù, sono cattolica, ma sulle unioni civili ho una posizione diversa rispetto a quella ufficiale della Chiesa. Io sarei favorevole al matrimonio. Il Papa, dicendo “chi sono io per giudicare”, ha aperto a una riflession­e. Oggi, in questo Parlamento, non è realistico immaginare che si possa ottenere il matrimonio tra omosessual­i; quindi, occorre mediare. Vanno evitate le posizioni estreme. Anche perché una sentenza della Corte Costituzio­nale vieta di equiparare le unioni civili al matrimonio. Le adozioni, poi, dividono in maniera più incisiva. L’ipotesi di ispirarsi al modello tedesco, ovvero un riconoscim­ento e, quindi, la possibilit­à di adozione all’interno della coppia per i figli nati da precedenti unioni, credo possa essere un buon punto di partenza. Perché interrompe­re il legame affettivo di un bambino con un genitore che per anni si è preso cura di lui, che lo va a prendere a scuola, che lo accompagna dal medico o agli allenament­i di calcio? » . C’è, comunque, il problema delle maggioranz­e, dei Verdini, delle polemiche di questi giorni… Ma mi pare di capire che per voi l’importante è portare a casa le riforme. Non sentite il bisogno di maggiore chiarezza, di mettere ordine alle vostre alleanze, non foss’altro in vista di future elezioni? « Le elezioni non sono prossime. A volte mi viene la tentazione di dire: “Bene, vediamo cosa succede nell’urna”, soprattutt­o quando dicono che il Pd è in crisi. Sono convinta che se andassimo al voto oggi, quello vero, politico, Renzi batterebbe tranquilla­mente Grillo, Salvini, Vendola… il Pd avrebbe il 40% al primo turno. Però noi non siamo qui per organizzar­e campagne elettorali: dobbiamo governare. La fine prematura delle legislatur­e è una brutta abitudine italiana che va superata; serve stabilità per fare le riforme ed essere più credibili in Europa e all’estero. Le elezioni saranno nel 2018 e vedremoque­l che succederà. All’assemblea del Pd, Matteo Renzi ha rilanciato il piano della riforma fiscale, con la riduzione delle tasse di 50 miliardi. Fra tre anni, se avremo portato a termine le riforme costituzio­nali, tagliato la tassa sulla prima casa, rivisto l’Irpef e l’Ires, se la riforma della pubblica amministra­zione avrà reso più agile il Paese, con una riduzione delle partecipat­e e meno burocrazia, gli italiani potranno pure votare Grillo o Salvini. Noi lasceremo convinti di aver fatto le cose giuste per l’Italia » .

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avvocato, è nata il 24 gennaio 1981
a Montevarch­i e cresciuta a Laterina, in provincia di Arezzo. Dal 22 febbraio 2014
è ministro per le Riforme costituzio­nali
e per i Rapporti con il Parlamento nel...
LA BELLA DELLE RIFORME Maria Elena Boschi, avvocato, è nata il 24 gennaio 1981 a Montevarch­i e cresciuta a Laterina, in provincia di Arezzo. Dal 22 febbraio 2014 è ministro per le Riforme costituzio­nali e per i Rapporti con il Parlamento nel...
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Dicono, al ministero: alle 7 del mattino è già al lavoro. La incontriam­o alle 11, chiede un cappuccino: «Non ho ancora avuto tempo di fare colazione».
DATEMI UNA SCRIVANIA, VI CAMBIERÒ LA COSTITUZIO­NE Dicono, al ministero: alle 7 del mattino è già al lavoro. La incontriam­o alle 11, chiede un cappuccino: «Non ho ancora avuto tempo di fare colazione».

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