Governeremo fino al 2018 Poi gli italiani scelgano tra noi e quelli che urlano
Maria Elena la chierichetta: prende il treno regionale e torna a Laterina ( Arezzo), poche anime in un paesaggio leonardesco. Per andare a messa. Maria Elena la giaguara: entra nell’immaginario collettivo degli italiani in punta di tacchi, maculati, alla Leopolda. Luogo dannunzianamente evocativo. Maria Elena Boschi la secchiona. Però bella come il sole. Berlusconi la nota, lei lo rottama con un sorriso: i comunisti — gli spiega — appartengono a un’era geologica precedente. Una papa- girl, poi, di quelle che invocano Karol Wojtyla “santo subito”; eppure non piace a Rosy Bindi. Forse perché permetterebbe agli omosessuali di sposarsi… Contraddizioni? No, giovinezza. Così il premier Renzi le affida il compito più arduo: spezzare le reni, con grazia s’intende, ai conservatori di tutt’Italia, da sempre uniti. Deve riformare la Costituzione, a costo di indignare i tutori della Magna Carta italiana. Se fallisce lei, metà faccia del premier è persa.
Prendiamola alla larga: è entrata in questo ministero poco meno di un anno e mezzo fa. Pensa ancora di potercela fare? « Sono certa che ce la faremo. Abbiamo già portato a casa risultati insperati. E siamo ancora alla fine del primo tempo. Dopo dieci anni, una nuova legge elettorale dà maggiore stabilità al sistema. Ci possono essere elementi che convincono di più e altri di meno, però è garantita una maggioranza solida, sia con il premio se si raggiunge il 40% al primo turno, sia con il ballottaggio. Consente di governare. In un anno e mezzo abbiamo completato la
riforma del mercato del lavoro, superando l’ostacolo-simbolo dell’articolo 18. I risultati già si vedono: gli occupati tornano a crescere; i più pessimisti danno 120 mila posti in più nei primi mesi dell’anno, con reali maggiori garanzie. Incontro tante persone, della mia età o poco più grandi, mi dicono che per la prima volta hanno firmato unu contratto a tempo indeterminato. Le riformem costituzionali? Il percorso non è completato,t ne stiamo ridiscutendo in questi giorni, peròp ci sono stati due passaggi importanti: unau prima approvazione sia al Senato sia alla Camera;C è stato faticoso ma ce l’abbiamo fatta.t La scuola: comincia la fase dell’attuazione ini vista del nuovo anno scolastico. La riformam della pubblica amministrazione è all’atto finale,fi poche settimane prima dell’approva-zionez definitiva. E la giustizia. Aver approvatot una forma di tutela dell’ambiente contro ili disastro ecologico e i danni ambientali, introducendoi gli eco- reati nel nostro ordinamento,n non è un passo importante? Penso ala pacchetto anticorruzione, approvato in via definitiva;d il ripristino del falso in bilancio di cuic si parlava da anni; il divorzio breve; la responsabilità civile dei magistrati. Tutto nel cassetto: in un anno e mezzo sono diventati legge. E parlo solo di ciò che è definitivo » . Sì, ma noi viviamo nel Paese delle riforme rimaste sulla carta… « Vivevamo. Abbiamo ereditato 889 decreti da adottare. La media del livello di attuazione del programma del governo precedente era del 38%. In un anno e mezzo siamo passati al 73%; abbiamo portato sotto a 300 i decreti sospesi dei governi Monti e Letta. Poi abbiamo i nostri. La Commissione europea e l’Ocse, nell’ultimo rapporto, hanno certificato il miglioramento. Ma si può fare di più. Per esempio, non sono contenta del livello di attuazione dell’ultima legge di Stabilità ed è per questo che iniziamo ogni Consiglio dei ministri con il dato— ministero per ministero— di quanto resta da portare a termine. Teniamo sotto pressione i vari dicasteri aggiornando quotidianamente la situazione sul sito del governo. Può controllare » . Mi racconta la faticaccia di negoziare, ogni giorno, le maggioranze? « Quanto mi diverte sentir ricostruire dai giornali e dai colleghi in Parlamento le trattative… Ho un difetto, che però aiuta: leggo i giornali la sera. Trovo ottimi approfondimenti, interessanti commenti politici e notizie che è utile valorizzare. Però il 60- 70% dei retroscena, di ipotetiche negoziazioni, sono sempre superati. Se va bene durano un’ora. Sono appassionanti? Bah. C’è sempre il retropensiero dei numeri stretti, per cui è necessaria un trattativa continua, soprattutto al Senato. In realtà noi abbiamo la maggioranza più ampia degli ultimi anni, sia nel Pd, sia a livello di governo. Dureremo fino al 2018. No, se è questo che vuol sapere, non mi alzo la mattina pensando: “Mamma mia, come facciamo ad arrivare a stasera?” » . Non mi dica che non scende a compromessi… « Non è questione di compromessi. Con una maggioranza che nasce da posizioni diverse storicamente, politicamente e di campagna elettorale, su alcuni provvedimenti si devono trovare terreni d’incontro, fa parte dell’attività parlamentare. A volte, riflettere un attimo in più migliora le scelte. Altre volte è faticoso. Le unioni civili, sicuramente, sono un tema delicato, perché partiamo da posizioni distanti.
Sono per il matrimonio tra gay, ma so che bisogna mediare. Credo sia importante concedere l’adozione di figli avuti in precedenza
Sarebbe ipocrita dire che non ci sono mai tensioni… » . Ecco, le unioni civili, come ne uscite? « Vengo dall’esperienza delle Giornate mondiali della gioventù, sono cattolica, ma sulle unioni civili ho una posizione diversa rispetto a quella ufficiale della Chiesa. Io sarei favorevole al matrimonio. Il Papa, dicendo “chi sono io per giudicare”, ha aperto a una riflessione. Oggi, in questo Parlamento, non è realistico immaginare che si possa ottenere il matrimonio tra omosessuali; quindi, occorre mediare. Vanno evitate le posizioni estreme. Anche perché una sentenza della Corte Costituzionale vieta di equiparare le unioni civili al matrimonio. Le adozioni, poi, dividono in maniera più incisiva. L’ipotesi di ispirarsi al modello tedesco, ovvero un riconoscimento e, quindi, la possibilità di adozione all’interno della coppia per i figli nati da precedenti unioni, credo possa essere un buon punto di partenza. Perché interrompere il legame affettivo di un bambino con un genitore che per anni si è preso cura di lui, che lo va a prendere a scuola, che lo accompagna dal medico o agli allenamenti di calcio? » . C’è, comunque, il problema delle maggioranze, dei Verdini, delle polemiche di questi giorni… Ma mi pare di capire che per voi l’importante è portare a casa le riforme. Non sentite il bisogno di maggiore chiarezza, di mettere ordine alle vostre alleanze, non foss’altro in vista di future elezioni? « Le elezioni non sono prossime. A volte mi viene la tentazione di dire: “Bene, vediamo cosa succede nell’urna”, soprattutto quando dicono che il Pd è in crisi. Sono convinta che se andassimo al voto oggi, quello vero, politico, Renzi batterebbe tranquillamente Grillo, Salvini, Vendola… il Pd avrebbe il 40% al primo turno. Però noi non siamo qui per organizzare campagne elettorali: dobbiamo governare. La fine prematura delle legislature è una brutta abitudine italiana che va superata; serve stabilità per fare le riforme ed essere più credibili in Europa e all’estero. Le elezioni saranno nel 2018 e vedremoquel che succederà. All’assemblea del Pd, Matteo Renzi ha rilanciato il piano della riforma fiscale, con la riduzione delle tasse di 50 miliardi. Fra tre anni, se avremo portato a termine le riforme costituzionali, tagliato la tassa sulla prima casa, rivisto l’Irpef e l’Ires, se la riforma della pubblica amministrazione avrà reso più agile il Paese, con una riduzione delle partecipate e meno burocrazia, gli italiani potranno pure votare Grillo o Salvini. Noi lasceremo convinti di aver fatto le cose giuste per l’Italia » .