Una vittoria triste
Dopo il voto nella capitale, Macri vede ridursi le sue chances alle elezioni nazionali
Si aspettava di più Mauricio Macri dal risultato del suo partito nelle elezioni comunali di Buenos Aires, in quello che era considerato un test chiave per le sue ambizioni presidenziali. L’imprenditore di origini calabresi, alla guida della capitale argentina dal 2007, è riuscito a far eleggere come successore un proprio uomo, Horacio Rodriguez, capo di gabinetto del governo uscente. Ma il margine con il quale Rodriguez ha superato il candidato di sinistra Martin Lousteau, tre punti di vantaggio, è stato molto più basso delle attese. Il Pro (Propuesta Republicana) di Macri, di orientamento liberista e conservatore, è considerata al momento l’unica forza in grado di imprimere una svolta in Argentina alle elezioni presidenziali del prossimo 25 ottobre. In quell’occasione Macri dovrà vedersela con il candidato di Cristina Kirchner, Daniel Scioli, attuale governatore della provincia di Buenos Aires. Prima delle elezioni, il 9 agosto, ci saranno le primarie, obbligatorie in Argentina, che saranno un test molto significativo, quasi un primo turno. In quell’occasione Macri presenterà la sigla unita di centrodestra, chiamata Cambiemos, che include un partito storico argentino, l’Unione civica radicale. Secondo alcuni osservatori, la vittoria di misura a Buenos Aires di Macri, il suo bastione elettorale, rende più difficile una sua affermazione a livello nazionale per scalzare il peronismo dalla Casa Rosada.