Elefanti antimine
I pachidermi hanno sviluppato la capacità di evitare le bombe. Ma la strage continua
Chissà, forse anche l’acquisizione di questa incredibile capacità di sfuggire alle mine, alla fine, sarà inutile: gli elefanti dell’Angola, infatti, sono di nuovo nel mirino dei cacciatori di frodo e la loro popolazione sta comunque diminuendo. E pensare che persino l’“ufficio ricerche” dell’esercito degli Stati Uniti – che in tante cose possono essere criticati, non certo però in fatto di sofisticatezza nella messa a punto delle armi – hanno cominciato a studiarli (i risultati arriveranno alla fine dell’anno). Per un motivo preciso: sembra che i pachidermi siano riusciti a imparare come evitare le bombe antiuomo lasciate a milioni sul terreno dalla guerra civile terminata nel 2002, dopo 26 anni di conflitto. Non che sia una capacità innata. Molti esemplari, come ricorda al settimanale The Economist José Agostinho, che lavora in prima linea nello sminamento del Paese africano per la fondazione Halo Trust, erano saltati in aria schiacciando le trappole letali senza accorgersi di nulla. Ma a un certo punto, non si sa bene come, il numero dei “caduti sul campo” è diminuito all’improvviso (almeno secondo i dati del governo). E questo mentre il numero degli elefanti cresceva, invece, soprattutto nella provincia più disseminata di mine, il Kuando Kubango, a Sudest. Così si è cominciato a seguire gli animali con collari gps: ed è stato sorprendente vedere come riuscissero ad attraversare e riattraversare più volte i percorsi pericolosi ogni volta uscendone indenni. Secondo Joyce Poole, dell’organizzazione non governativa norvegese-americana ElephantVoices, il merito va agli animali sopravvissuti a un’esplosione: dal momento dello scampato pericolo, sono in grado di avvisare l’intera mandria con un segnale a bassissima frequenza o anche solo con il segnale dato da un movimento del corpo. Il problema, in realtà, è che questa “competenza” viene trasmessa fra i pachidermi molto lentamente, dato che la loro popolazione è assai dispersa sul territorio angolano. E mentre loro imparano a difendersi da un’arma umana, altre armi letali – quelle dei cacciatori di zanne e di trofei – hanno ricominciato a fare strage.