A Milano, a Palazzo Reale, duecento reperti archeologici ci schiudono un mondo tra mitologia e Natura
Come narra Plinio Il Vecchio, il pittore greco Pausia sarebbe diventato particolarmente abile nella raffigurazione botanica, per amore della bella fioraia Glycera. La Natura rivestì nella cultura e nella mitologia greca grande importanza ed è ben individuabile in un oggetto simbolico, lo scudo di Achille, inteso come un insieme di macro e microcosmo racchiuso in un disco ( il cui bordo è lambito dal mare) equiparabile alla Terra, formato da un complesso sistema iconografico in cui, oltre alle gesta belliche, le attività produttive dell’uomo vengono celebrate come fondamento della vita ( Aristotele metteva gli agricoltori sul gradino più alto della scala sociale). In modo circolare, sullo scudo, scorrono immagini dell’aratura che lascia solchi d’oro, della mietitura, della vendemmia con gli argentei pali della vigna che traboccano di grappoli dorati. Mito e Natura, dalla Grecia a Pompei, questa la mostra che accompagna la nostra estate, con una sfilata di oltre duecento reperti archeologici ( a Milano, Palazzo Reale, dal 31/ 07 al 10/ 01/ 2016). Tra i pezzi più pregiati, quel Vaso Blu lavorato a rilievo con la tecnica del vetro cammeo, prestito del Museo Archelogico Nazionale di Napoli ( miniera di splendori dell’antichità, specie di quella di Ercolano e Pompei) e oggetti di alta oreficeria come quelle corone di foglie di alloro o di quercia ( che arrivano dal museo di Salonicco e anche di Taranto) a imitazione d’intrecci vegetali, messe in capo agli eroi e ai vincitori dei Giochi, nel nome di Apollo. Poiché ad ogni divinità si associava una pianta: la palma per Artemide, la vite per Dioniso. E poi le corolle fiorite per Afrodite, la spiga per Cerere. Questo intenso rap-