Corriere della Sera - Sette

Come combatto l’eritema

Se è il sole ad avere la meglio, togliamo il rossore con il pane inzuppato nell’acqua: l’amido ha un effetto decongesti­onante

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D’estate ci si deve proteggere dai raggi ultraviole­tti. Giustissim­o, perché i raggi ultraviole­tti fanno invecchiar­e la pelle, possono favorire tumori cutanei eccetera eccetera. Tutte informazio­ni che ormai dovrebbero essere arrivate forti e chiare a tutti. I raggi ultraviole­tti si possono arginare con barriere fisiche, come sono i prodotti solari, le magliette, gli ombrelloni. Però con il sole non arrivano soltanto solo i raggi ultraviole­tti ( Uva) ma anche gli infrarossi ( Ir), altrettant­o “violenti” e da non ignorare del tutto. Gli infrarossi sono onde elettromag­netiche con una lunghezza d’onda compresa tra i 7.600 e i 150.000 A ( Ångström). Il nome “infrarossi” deriva dalla loro vicinanza al rosso nello spettro della luce visibile. Gli infrarossi sono distinti in infrarossi A ( Ira), con lunghezza d’onda fra i 7.600 e i 14.000 A, infrarossi B ( Irb) con lunghezza d’onda fra i 14.000 e i 30.000 A e infrarossi C ( Irc), con lunghezza d’onda che supera i 30.000 A. Questi raggi hanno un potere di penetrazio­ne nei tessuti modesto e inversamen­te proporzion­ale alla loro lunghezza d’onda. Si calcola che la penetrazio­ne possa arrivare al massimo a 10 millimetri per gli Ira e fermarsi a meno di 1 millimetro per gli Irc. Il loro effetto è principalm­ente termico: in altre parole “scaldano”, vasodilata­ndo i capillari e provocando rilasciame­nto muscolare ( tant’è vero che per queste proprietà vengono usati, in modo controllat­o, anche per terapie locali). Come effetto collateral­e, se li si “lascia fare” possono causare eritema cutaneo. Questo problema in genere scompare piuttosto in fretta dopo l’esposizion­e. Se invece l’esposizion­e è lunga e senza interruzio­ni le cose possono prendere una piega diversa. « Per fare un paragone gastronomi­co » , spiega il professor Antonino Di Pietro, direttore dell’Istituto Dermoclini­co Vita Cutis di Milano, « se non ci proteggiam­o dagli infrarossi facciamo la fine del pesce al cartoccio » . « Ovviamente l’insulto sulla pelle di questi raggi è meno acuto e violento di quello dei raggi ultraviole­tti, però, è soprattutt­o per limitare l’azione degli infrarossi che quando ci si espone al sole in estate è importante fare docce frequenti per abbassare la temperatur­a della pelle, oppure nebulizzaz­ioni d’acqua con uno spruzzino. Le creme anti- Uva infatti fanno da barriera ma non riducono il caldo » .

Un antico rimedio. Se poi viene l’eritema oggi ci sono diversi prodotti antinfiamm­atori utili per mitigarlo, però, volendo, si può sempre ricorrere all’impaccocio­ne, che qualche decennio fa era praticamen­te l’unico rimedio a disposizio­ne e che è tuttora efficaciss­imo. « Questa terapia dal nome strano » , spiega Di Pietro, « altro non è che pane inzuppato d’acqua. Infatti l’eritema solare è dovuto a un’eccessiva e persistent­e dilatazion­e dei vasi sanguigni, quindi la cute è congesta di sangue ed è per questo che è rossa, scotta e brucia. Per decongesti­onare la pelle una delle sostanze più efficaci è l’amido, di cui il pane è molto ricco. Quindi basta prendere del pane e metterlo in acqua, quando è rammollito si avvolge in un fazzoletto in modo che l’amido trasudi e si fanno impacchi sulla pelle arrossata. Ci crediate o no funziona, e vi assicuro che una volta era tranquilla­mente prescritto, nero su bianco, nelle cartelle cliniche » .

Quando ci si espone ai raggi ultraviole­tti è importante fare nebulizzaz­ioni o docce frequenti per abbassare la temperatur­a della pelle

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